“La tua vita inizia dove finisce la tua zona di comfort.”
Neal Walsch.
Sviluppare la visione allargata della realtà è il primo punto importante per uscire dalla zona di comfort.
Tutta la natura è
un continuum. L’architettura della vita è disposta in schemi che
ripetono perpetuamente se stessi, e il mondo dell’energia è molto
più complesso nelle sue dinamiche rispetto a quello materiale.
Ciò che vediamo e
tocchiamo, trova concretizzazione dapprima nell’invisibile, laddove
lo sguardo non vede, né la nostra mente comprende, ma soltanto
l’anima afferra interamente
Ogni cellula del
nostro corpo è immersa in un ambiente, esterno ed interno, di
fluttuanti forze magnetiche invisibili che possono influire
virtualmente sui circuiti del sistema biologico. Pertanto dovrebbe
essere facile mettere in relazione il come una vibrazione imposta
esternamente possa avere un’influenza sulla nostra fisiologia, ma
soprattutto come sia l’energia delle emozioni umane ad avere il più
grande potere di influenzare gli stati mentali ed emozionali
personali ed altrui, soprattutto se queste in sé posseggono una
carica dominante in termini di polarità positiva o negativa.
Il corpo fisico,
cosi come lo vediamo e lo tocchiamo, è una conseguenza della nostra
essenza (ciò che è invisibile agli occhi, diceva il Piccolo
Principe). Siamo vibrazione e di essa ci nutriamo. Tutto ciò che
di noi si manifesta nel piano fisico, sia nel bene che nel male, è
una emanazione della quantità, qualità e movimento dell’energia
che forma il nostro corpo causale.
La vita è
magnetismo, dobbiamo iniziarci a pensare come un campo energetico
integrato, perché è questo ciò che siamo. Un campo energetico che
ci rende parte e tutto con il mondo esterno. Questo campo muovendosi
vibrazionalmente, fa sì che le nostre frequenze personali si
accordino con le infinite possibilità quantistiche presenti
nell’universo. Possibilità che a livello vibratorio esistono e
trovano espressione nella nostra vita giornaliera, a seconda
dell’intensità dell’intenzione della nostra volontà.
In ognuno di noi è
racchiusa una scintilla di creazione, perché siamo parte
infinitesimale di quel campo organizzato di coscienza che ci rende
co-creatori attivi in ogni attimo del nostro procedere. Il nostro più
grande potere è racchiuso in un’unica parola: Intenzione. Nel
volere, nel fare, nel creare qualcosa di straordinario.
Possiamo dar
manifestazione al mondo intorno a noi, soltanto nel qui e ora,
attraverso il potere dell’intenzione delle nostre scelte.
L'intenzione non è
un atteggiamento individuale che muove ciascuno di noi all'azione, un
atteggiamento di forte determinazione volto a conseguire a tutti i
costi i risultati prefissi ma un'energia cosmica di cui tutti noi
facciamo parte, e alla quale possiamo attingere per plasmare
realmente la nostra vita.
“Ricorda, dove
va la tua attenzione, lì scorre la tua energia” Jack Canfield
La profezia che si auto-avvera e l'effetto Pigmalione
“Se gli uomini
definiscono come reali certe situazioni, esse sono reali nelle loro
conseguenze”. William H. Thomas
Si chiama self
fulfilling prophecy, meglio nota come profezia che si
auto-avvera. In psicologia sociale si parla di effetto
“Pigmalione” quando un’ipotesi, un’idea, un preconcetto, un
atteggiamento incide sulle conseguenze di una situazione futura
facendo avverare ciò che si era pensato potesse accadere.
Le aspettative
plasmate su convinzioni e preconcetti, esercitano un elevato potere
sulla costruzione della realtà. Un saggio psicologo direbbe che non
si conosce la realtà reale, effimera e forse inesistente, ma la
propria realtà fatta di situazioni, emozioni e sensazioni che nel
presente vengono percepite come reali.
Come costruiamo
la nostra realtà?
La realtà si
costruisce nell’elaborazione delle proprie esperienze. Ogni
esperienza viene valutata in base a schemi cognitivi preesistenti
(perché precedentemente acquisiti) costituiti dall’insieme di
convinzioni che hanno un ruolo centrale nell’interpretazione della
propria realtà.
Non tutte le
informazioni che appartengono alla realtà vengono registrate: gli
schemi cognitivi permettono il filtraggio delle informazioni ritenute
utili per classificare, decodificare e riconoscere il mondo
circostante. Dunque, la nostra realtà percepita è una conseguenza
dell’incontro fra dati oggettivi ed il lavoro di quegli schemi
cognitivi che caratterizzano solo noi, che sono solo nostri e che non
appartengono ad una reale realtà. Le nostre convinzioni, positive o
negative, rappresentano delle certezze da cui attingere per
decodificare situazioni nuove, potenzialmente ansiogene; esse
condizionano sempre i nostri pensieri e i nostri comportamenti.
La profezia che si
auto-avvera è uno dei fenomeni più noti e più studiati in
psicologia sociale.
Ha una validità
scientifica ed è un meccanismo mentale studiato non solo dai
psicologi ma dai sociologi, pedagogisti e medici oltre ad essere
sfruttato in campo farmaceutico quando si utilizzano medicinali
placebo che pur essendo chimicamente privi di principi attivi, in
molti casi hanno gli stessi effetti dei reali medicinali proprio
perché i pazienti sono convinti di assumere un reale medicinale nel
quale hanno fiducia perché migliori la loro condizione.
Il sociologo Merton
ne parlò per la prima volta negli anni ‘70, ed è stata anche
riprodotta sperimentalmente a dimostrazione dell’influenza che
esercitano le convinzioni sulla costruzione della realtà. Infatti,
pensiamo agli effetti dell’ipnosi sulla comunicazione di massa o
all’effetto placebo, succede che chi subisce questo comportamento
ottiene esattamente quello che vorrebbe si verificasse, a conferma
della grande potenza della suggestionabilità umana.
In sostanza, le
profezie auto-avveranti incidono significativamente sulla visione che
gli individui hanno di loro stessi, del loro modo di apparire con gli
altri e con il mondo. Per questo si creano schemi stabili, rigidi, di
comportamento che ovviamente si ripeteranno nel tempo confermando la
propria visione delle cose.
Come uscire dalla
profezia che si autoavvera
Smettere di
lasciarsi “fregare” da questo meccanismo.
Ora sai che la mente
può tenderti queste trappole e perciò sei pronto ad usare la
profezia che si autoavvera a tuo vantaggio: se fino ad ora hai dato
spazio di comando alle tue paure riguardo il futuro e hai temuto che
divenissero realtà fino a che non è davvero accaduto, sei stato tu
stesso a decidere, inconsciamente, di fallire.
Se ti sei reso conto
che fino ad oggi ti sei auto sabotato, non piangere sul latte versato
perché non ti sarà utile.
Fai progetti,
ponderali assicurandoti di non tentare l’impossibile e parti,
smettendo definitivamente di auto sabotarti.
Da ora in poi
elimina dal tuo dizionario e dal tuo modo di parlare tutte quelle
frasi che non fanno altro che demotivarti lasciandoti arenato.
Credere in te stesso
Dopo aver smesso di
ripeterti certi mantra che non fanno altro che renderti succube del
fallimento è giunta l’ora di sostituirli facendo della profezia
che si auto-avvera un lascia passare per la tua realizzazione
personale, compiendo il passo successivo: credere in te stesso,
scoprendo quali sono le tue potenzialità e costruendoci sopra,
sfruttandole al massimo
In conclusione, se
siamo convinti che un fatto sia reale, esso lo è nelle sue
conseguenze. Le modalità che abbiamo di attribuzione di senso agli
eventi e le strategie che mettiamo abitualmente in atto, determinano
in noi il ripetersi di comportamenti anche disfunzionali che sono
propensi sempre ad andare a confermare le nostre aspettative. Il
pensare di poter leggere la realtà esclusivamente con i propri occhi
ed identificarla come oggettiva, può portare a sentimenti di
solitudine, convinzioni di non essere capiti dal mondo esterno e
sensazioni di essere vittime di un destino già scritto
potenzialmente prevedibile.
È necessario
interrogarsi sul cambiamento della percezione della realtà che
includa l’esistenza di diverse realtà possibili: la soggettività
di una percezione può facilmente condurre all’autoinganno.
La realtà
appartiene ad ognuno di noi in modo diverso. È importante imparare a
conoscere come le proprie convinzioni pre-confezionate e costruite
durante questo percorso di crescita lungo una vita condizionino il
personale modo di percepire la realtà: una è realtà reale, ma lo è
per noi. Sulla nostra realtà noi siamo responsabili, possiamo
condizionarla e determinarla, ma siamo responsabili di doverla
mettere costantemente in discussione. Poniamoci come obiettivo la
produzione di dubbi.
“Credere è molto
noioso. Dubitare è profondamente avvincente. Essere sul chi va là è
vivere. Farsi cullare nella certezza è morire” Oscar Wilde