Nat

martedì 28 aprile 2020

Ricostruiamo insieme la nostra "casa", salviamo il pianeta che ci ospita

                                          Effetto lockdown: così la Terra è tornata a respirare





Il 2020 è iniziato portandoci i frutti dell’incuria e del degrado che da decenni i “Sapiens” perseguono con solerte impegno.

Un patogeno che misura tra i 100-160 miliardesimi di metro, ha messo in crisi anche i sistemi sanitari dei paesi più ricchi, l’economia e la finanza globale, provocando una pandemia che ha evidenziato quanto perfino le nazioni tecnologicamente più avanzate siano fragili, vulnerabili e impreparate ad affrontare e prevenire eventi di questo tipo.

Non vi è alcun dubbio che dobbiamo seguire la strada del cambiamento perché l’emergenza da Covid 19 è figlia anche dello squilibrio ambientale, dell’urbanizzazione selvaggia, della perdita di biodiversità, della deforestazione, degli allevamenti intensivi e dello scorretto rapporto uomo-animale che hanno favorito lo spillover, ovvero il salto di specie del virus da animale verso l’uomo.

E’ altrettanto certo che il cambiamento climatico, attraverso l’innalzamento delle temperature, potrà favorire il trasferimento di patogeni, anche letali.

Nessuno sarà immune: per l’Oms ogni anno nel mondo muoiono 1 milione di persone a causa delle punture di zanzare e altri insetti.

Negli ultimi decenni gli esempi di incoscienza, supponenza e avidità umana si sono succeduti a ritmo incalzante e a senso unico.

Se i Sapiens saranno in grado di superare questa pandemia, sicuramente dovranno fare i conti con la prossima se non cambiano radicalmente il loro modo di vivere e di rapportarsi con Rispetto e Amore per la Madre Terra.

Il Coronavirus ha già cambiato la coscienza di noi italiani e noi tutti abbiamo assorbito la consapevolezza che un cambiamento profondo renderà il nostro pianeta più vivibile e le nostre vite più rispettate.

La politica dovrà per forza tener conto di quanto oggi la nostra gente sta subendo, non potrà ignorare in futuro le scelte che ha dovuto intraprendere per mettere qualche toppa qua e là per frenare le gravi conseguenze dovute a politiche sbagliate e protagoniste di un Antropocentrismo che ha portato il Pianeta a una probabile ed ennesima estinzione di massa del genere umano.

La Politica deve essere attenta in primo luogo alla sanità pubblica, alla vita sociale, ai consumi, alla salubrità della biosfera, al benessere di ogni forma di vita esistente sul pianeta.

Crediamo che sia giunto il momento di radunare le forze e le idee.
Crediamo in una società aperta, libera, giusta e solidale.

Crediamo nella possibilità di consegnare alle prossime generazioni un pianeta vitale e vivibile, in cui ciascuno possa ancora ricercare la propria felicità.

Iniziamo a ricostruire insieme la nostra “casa”, iniziamo a salvare insieme la nostra vita ed il pianeta che ci ospita.



https://www.lavocediasti.it/2020/04/10/

sabato 4 aprile 2020

Lettera dal Coronavirus all'Umanità

          E' tempo di fermarci e trovare un nuovo equilibrio, una nuova e profonda consapevolezza

                                             
Lettera dal Coronavirus di Darinka Montico.


Fermatevi semplicemente e ascoltate. È il Pianeta a chiedercelo

 E’ l’ora di fermarsi. Veramente, completamente. E’ l’ora di tirare i remi in barca e lasciarsi trasportare dalle onde del pensiero e del buonsenso.

Non diremo che da sempre, in natura, la vita tra agenti patogeni e genere umano e animale è sempre esistita e che in un ambiente più o meno costante, questa convivenza tenderebbe a un equilibrio, cioè a trasformare la competizione tra le specie in una sorta di coabitazione. 

Questo se non intervenisse, a vanificarlo, proprio l’attività dell’uomo, invadendo gli spazi degli ospiti dei virus (quasi sempre animali selvatici) attraverso la sottrazione o alterazione dei loro habitat naturali, attraverso la loro caccia, o attraverso altre azioni che non staremo in questa occasione a esplicitare meglio.

Non diremo tutte queste cose che voci molto più autorevoli di noi già dicono da tempo, e che in questo momento di emergenza globale in cui molte vite sono già state sacrificate e altrettante sono a rischio, sarebbe troppo facile e di dubbio gusto per rispetto dei moltissimi morti.

Non lo diremo perché sappiamo che sarebbe troppo doloroso ripeterlo adesso, e che è più facile, per l’equilibrio psicofisico delle persone, pensare che tutto questo presto passerà, che “tutto andrà bene”, e che non ci saranno conseguenze. Anche perché sono esattamente queste, le conseguenze, ed è il rapporto di responsabilità con esse, che dovrebbe profondamente cambiare.
Non abbiamo né la certezza né la chiave d’interpretazione univoca di questo fenomeno, ma sappiamo che è strettamente legato a tutti i fenomeni ambientali che conosciamo fin troppo bene (cambiamento climatico, estinzioni e mutazioni genetiche di specie animali e vegetali causate dall’uomo, inquinamento, deforestazione, ecc ecc…) ma abbiamo la certezza

questa è l’ora di fermarci, e di ascoltare.

Ascoltare noi stessi, ascoltare il pianeta, osservare e trarre da questo ascolto e da questa osservazione una nuova e profonda consapevolezza. Accogliere la paura che stiamo provando e con essa la trasformazione che inevitabilmente toccherà ognuno di noi.

Non possiamo opporci, dobbiamo assecondare gli eventi. In questo siamo chiamati a dare prova di resilienza e resistenza. E in questo siamo chiamati a rielaborare noi stessi, la nostra vita, le nostre priorità.

E se useremo questo tempo sospeso per lavorare sul profondo di ognuno di noi, non potremo che rigenerarci, come la natura ci insegna, con forza e umiltà. Non potremo che ritrovare un nuovo equilibrio, smettendola di rincorrere il benessere a tutti i costi, di cercare comodità inutili, di alimentare desideri materiali all’insegna dello sperpero, di rincorrere modelli sociali e globali che hanno dato prova della loro insostenibilità.

Dobbiamo tutti fermarci e aspettare. E’ il Pianeta a chiedercelo.



Fonte