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lunedì 30 settembre 2019

Porta Spazio Temporale Scoperta in Antartide




Il luogo fu scelto proprio perché vi si verificarono una serie di fenomeni alquanto anomali come l’episodio in cui alcuni scienziati stavano lavorando ad un progetto di climatologia allorquando ad un certo punto ed improvvisamente si videro apparire davanti agli occhi un insolito vortice avvolto da una inconsueta nebbia, che stazionava in quota rimanendo sempre fermo, senza mai muoversi, nonostante in quel momento ci fossero delle violente raffiche di vento che spostavano le nuvole velocemente. 

Anche se all’inizio gli studiosi pensarono si trattasse di una normale tempesta polare, l’osservazione della staticità del mulinello stesso, li spinse ad indagare più a fondo. Approntarono dunque un pallone meteo legato ad un argano, corredato da una radio sonda per il rilievo delle proprietà fisiche come ad esempio: temperatura, umidità relativa, pressione e velocità del vento. Il tutto completo anche di un cronometro scientifico per la registrazione dei tempi di lettura; il rilevatore sonda fu dunque poi lasciato risucchiare all’interno del vortice per un tempo necessario alle misurazioni del caso.

Gli studiosi rimasero esterrefatti quando dopo qualche minuto consultarono i risultati che aveva rilasciato il pallone sonda, infatti il cronometro segnava la data del 27 gennaio del 1965 e qualunque dato calcolato all’interno del vortice indicava dei valori assolutamente incompatibili con le normali caratteristiche di una tromba d’aria. In un primo momento pensarono si trattasse di un malfunzionamento momentaneo delle apparecchiature ma ripetendo più volte l’esperimento, questo dette sempre i medesimi risultati della prima prova. A questa vicenda fu presente il ricercatore statunitense Mariann McLein che conferma tutt’oggi quanto accadde ed aggiunge che l’intero episodi con i relativi risultati, fu riferito ai servizi segreti militari della Casa Bianca. 

Le prime indiscrezioni parlano appunto di una porta spazio-temporale, ossia si tratterebbe di un tunnel che permetterebbe spostamenti geometrici all’interno dello spazio con conseguente cambiamento temporale. Il vortice in questione permette dunque un viaggia in avanti o indietro nello spazio-tempo e quanto avvenuto in Antartide potrebbe trovare una spiegazione scientifica con la teoria del ‘Ponte di Einstein-Rosen’ in quanto, ai primi del ’900, i due famosi scienziati ipotizzarono una galleria gravitazionale o altrimenti detta wormhole che sarebbe nient’altro che una scorciatoia che permette di passare da un punto dell’universo ad un altro e che consente quindi di viaggiare fra i due punti molto più velocemente di quanto impiegherebbe la luce a percorrere la stessa distanza. 

Un telescopio per neutrini che sfrutta il ghiaccio Antartico e un pallone gigante sta rilevando inaspettatamente raggi cosmici ad energia ultra elevata. L'Antartic Impulsive Transient Antenna (ANITA) è un rilevatore di onde radio su un pallone gigante ad una altitudine di 38km. 

E' progettato per rilevare le onde radio prodotte quando i neutrini cosmici impattano sul ghiaccio. Bnechè ANITA debba ancora catturare questa firma, ha scoperto un altro tipo di particelle: raggi cosmici ad energia ultra elevata. Questi sono protoni e altri nuclei carichi che arrivano dallo spazio con energie misteriosamente alte. All'inizio, schemi inattesi di onde radio rilevati da ANITA sono stati ritenuti disturbi. Quindi Eric Grashom della Ohio State University di Columbus e colleghi, ha notato che alcune di queste onde radio avevano un simile schema nella loro distribuzione di frequenze.


http://sonoconte.over-blog.it/

sabato 28 settembre 2019

Sfatiamo i miti: Il Sistema Solare non è come pensiamo.


               Il Sistema Solare Non È Affatto Come Te Lo Immagini




La Terra è rotonda, Mercurio è il pianeta più caldo, e il Sole è giallo: sembrerebbe che questi siano fatti semplici ed innegabili, noti anche a chi non è esperto di astronomia.

La Luna ha davvero un lato oscuro?

Davvero la temperatura di Mercurio è maggiore di quella di altri pianeti?

Il Sole è solo una grande palla di fuoco?

Il Sole è davvero giallo? Chiunque si intenda un minimo di astronomia dirà che il Sole appartiene alla categoria di stelle conosciute come nane gialle. Beh, allora sarà sicuramente giallo, no? Sbagliato! Proprio come tutte le altre nane gialle, il Sole è completamente bianco. 

Allora perché gli umani lo vedono giallo? 

È tutto merito dell'atmosfera terrestre: come è noto, la luce che ha una grande lunghezza d'onda, nella parte gialla e rossa dello spettro, attraversa l'atmosfera meglio degli altri tipi di luce; la luce a lunghezze d'onda più corte, nella parte verde e viola dello spettro, che è quella che il Sole emette principalmente, viene invece dissipata in misura maggiore dall'atmosfera. 

Questo fenomeno fa sì che percepiamo il Sole come giallo. Se dovessi per qualche motivo andare oltre l'atmosfera, vedresti il Sole con il suo vero colore.

La Terra è più lontana dal Sole in inverno che in estate?

É il momento di riconsiderare le nostre idee.


mercoledì 25 settembre 2019

La trappola del "dobbiamo lavorare per mangiare" e come uscirne subito





Esiste un mito molto diffuso secondo il quale “lavorare di più ogni giorno aiuta a forgiare un futuro professionale migliore”. Si tratta, appunto, di un mito perché, anche se di certo avere lunghe giornate lavorative può aiutare a migliorare i propri introiti, con il tempo ciò serve solo a sviluppare fatica professionale e a rendere meno sul lavoro.

Alla domanda “chi sei?” la maggior parte delle persone risponde mettendo, al primo posto, la propria professione.

La maggior parte del nostro tempo lo passiamo lavorando: per molti lavoratori non c’è tempo per fare altro. Non facciamo più un lavoro, noi siamo un lavoro. Prendiamo parte alla vita solo con il nostro lavoro, e tutto quello che facciamo è collegato al nostro lavoro.

Pavese, con la sua raccolta di poesie “Lavorare stanca”, era stato piuttosto profetico. Da un recente studio pubblicato sull’American Journal of Epidemiology dai ricercatori dell’Institute of Occupational Health di Helsinki emerge chiaramente che trascorrere molte ore a lavoro produce effetti negativi sulle performance cognitive delle persone di mezza età.
Questa scoperta avviene anche quando le persone si rendono conto che, a causa del loro livello di esigenza, si sono persi momenti che non potranno mai più recuperare e ai quali, razionalmente, non avrebbero mai rinunciato.

Si svegliano un giorno e, appena aperti gli occhi, vengono invasi da una profonda tristezza, un dolore che, in fondo, i soldi o l’importanza sociale non guariscono facilmente.
Senza rendercene conto, diventiamo un pezzo dentro il meccanismo della produzione e stiamo scambiando la nostra salute e la nostra felicità per i soldi. Soldi che pensiamo di usare quando ormai non saremo più abbastanza giovani per farlo.

Lavorare per vivere non significa solo lavorare il minimo per garantirsi una vita dignitosa, ma anche saper vedere nel proprio lavoro un’occasione per costruire la propria vita.



https://puntofuturo.wordpress.com/

sabato 7 settembre 2019

 La scarsità o l’abbondanza di denaro possono entrambe portare a risultati anche tragici. Questo può essere evitato se decidi di alimentare costantemente la tua parte spirituale.




Psicologia del denaro e bisogni immateriali
È quello che Richard Easterlin (1974) definì il “paradosso della felicità”. Se è vero infatti che, entro certi limiti, la felicità e il benessere percepito dalle persone mostra una correlazione significativa con il livello socioeconomico, superata una certa soglia di “ricchezza” questa direzione sembra invertirsi seguendo una curva che inizia ed essere discendente.

Lo stesso paradosso sarebbe vero anche su scala globale: all’aumentare del PIL di in Paese non è detto che aumenti di pari passo anche il livello di felicità percepito dai suoi abitanti. Questo sia perché il PIL non tiene conto di beni che non sono economicamente “misurabili”, sia perché non tiene conto della distribuzione della ricchezza nelle varie fasce di popolazione.

I soldi insomma correlano col nostro benessere sicuramente per quelli che sono i nostri bisogni più elementari, quei bisogni di base che Maslow (1954) individuava nel soddisfacimento delle necessità fisiologiche (fame, sete ecc) e del bisogno di sicurezza.

Proseguendo nella piramide dei bisogni incontriamo però altre necessità progressivamente sempre più sganciate del piano materiale: il bisogno di appartenenza (rapporti di amicizia, affetti familiari, intimità affettiva e sessuale), il bisogno di stima (sentire di essere persone capaci e di valore) e i bisogno di autorealizzazione (poter realizzare creativamente sé stessi, esprimere la propria personalità in ciò che si fa).

Pensare che il soddisfacimento di questi bisogni si possa “comprare”, cioè ottenere tramite il denaro (ricordate i soldi come sostituto dell’affetto?), è fuorviante, illusorio e potenzialmente dannoso tanto per le proprie finanze quanto per il proprio benessere psicologico.

I soldi sono uno degli ingredienti…
Che fare dei soldi, allora? Servono per vivere bene o, come sostenevano i monaci medievali, rappresentano dei “corruttori” dell’anima? In effetti si possono riscontrare fra le persone due atteggiamenti solo apparentemente opposti riguardo al denaro: da un lato coloro che lo considerano una sorta di “divinità” (una soluzione magica appunto) e che dedicano la loro vita a inseguirlo (invertendo in tal modo i mezzi con i fini).

Dall’altro coloro che considerano i soldi qualcosa di “sporco”, un “male”, un mero “apparire” e li rifiutano rivendicando proprio una maggior autenticità di vita e di valori.

In entrambi i casi si tratta di atteggiamenti difensivi che denunciano una difficoltà a ricomporre una scissione fra materialità e immaterialità, fra apparire e essere, fra mezzi e fini…

Armstrong nel suo libro invita a riconsiderare i soldi né buoni né cattivi, né un male assoluto né una soluzione magica a tutti i problemi. I soldi possono piuttosto essere considerati come “uno degli ingredienti” utili/necessari ad una vita soddisfacente. Nessuna somma di denaro e nessun bene materiale potrà davvero aumentare la nostra autostima o rendere le nostre relazioni affettive più gratificanti.

Possiamo però utilizzare o procurarci con intelligenza i soldi di cui abbiamo bisogno assegnando loro un posto entro la più ampia “cassetta degli attrezzi” nel nostro progetto di vita.

Cos’è il denaro in fondo se non una riserva energetica pronta a trasformarsi in infinite possibilità? A noi sta non solo avere un’attività che ci consenta di tradurre i nostri sforzi in denaro, ma anche trasformare quel denaro – come scrive Armstrong – in beni ed esperienze duraturi e di valore.


http://www.crescita-personale.it/