Nat

sabato 30 maggio 2020

Siamo tutti foglie dello stesso albero



                                                               Creare la realtà



Tutta la natura è un continuum. L’architettura della vita è disposta in schemi che ripetono perpetuamente se stessi, e il mondo dell’energia è molto più complesso nelle sue dinamiche rispetto a quello materiale.

Ciò che vediamo e tocchiamo, trova concretizzazione dapprima nell’invisibile, laddove lo sguardo non vede, né la nostra mente comprende, ma soltanto l’anima afferra interamente

Ogni cellula del nostro corpo è immersa in un ambiente, esterno ed interno, di fluttuanti forze magnetiche invisibili che possono influire virtualmente sui circuiti del sistema biologico. Pertanto dovrebbe essere facile mettere in relazione il come una vibrazione imposta esternamente possa avere un’influenza sulla nostra fisiologia, ma soprattutto come sia l’energia delle emozioni umane ad avere il più grande potere di influenzare gli stati mentali ed emozionali personali ed altrui, soprattutto se queste in sé posseggono una carica dominante in termini di polarità positiva o negativa.

Il corpo fisico, cosi come lo vediamo e lo tocchiamo, è una conseguenza della nostra essenza (ciò che è invisibile agli occhi, diceva il Piccolo Principe). Siamo vibrazione e di essa ci nutriamo. Tutto ciò che di noi si manifesta nel piano fisico, sia nel bene che nel male, è una emanazione della quantità, qualità e movimento dell’energia che forma il nostro corpo causale.

La vita è magnetismo, dobbiamo iniziarci a pensare come un campo energetico integrato, perché è questo ciò che siamo. Un campo energetico che ci rende parte e tutto con il mondo esterno. Questo campo muovendosi vibrazionalmente, fa sì che le nostre frequenze personali si accordino con le infinite possibilità quantistiche presenti nell’universo. Possibilità che a livello vibratorio esistono e trovano espressione nella nostra vita giornaliera, a seconda dell’intensità dell’intenzione della nostra volontà.

In ognuno di noi è racchiusa una scintilla di creazione, perché siamo parte infinitesimale di quel campo organizzato di coscienza che ci rende co-creatori attivi in ogni attimo del nostro procedere. Il nostro più grande potere è racchiuso in un’unica parola: Intenzione. Nel volere, nel fare, nel creare qualcosa di straordinario.
Possiamo dar manifestazione al mondo intorno a noi, soltanto nel qui e ora, attraverso il potere dell’intenzione delle nostre scelte.

L'intenzione non è un atteggiamento individuale che muove ciascuno di noi all'azione, un atteggiamento di forte determinazione volto a conseguire a tutti i costi i risultati prefissi ma un'energia cosmica di cui tutti noi facciamo parte, e alla quale possiamo attingere per plasmare realmente la nostra vita.

Ricorda, dove va la tua attenzione, lì scorre la tua energia” Jack Canfield


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martedì 12 maggio 2020

Il potere delle aspettative sulla realtà

                                        La profezia che si auto-avvera e l'effetto Pigmalione




“Se gli uomini definiscono come reali certe situazioni, esse sono reali nelle loro conseguenze”. William H. Thomas

Si chiama self fulfilling prophecy, meglio nota come profezia che si auto-avvera. In psicologia sociale si parla di effetto “Pigmalione” quando un’ipotesi, un’idea, un preconcetto, un atteggiamento incide sulle conseguenze di una situazione futura facendo avverare ciò che si era pensato potesse accadere.

Le aspettative plasmate su convinzioni e preconcetti, esercitano un elevato potere sulla costruzione della realtà. Un saggio psicologo direbbe che non si conosce la realtà reale, effimera e forse inesistente, ma la propria realtà fatta di situazioni, emozioni e sensazioni che nel presente vengono percepite come reali.

Come costruiamo la nostra realtà?

La realtà si costruisce nell’elaborazione delle proprie esperienze. Ogni esperienza viene valutata in base a schemi cognitivi preesistenti (perché precedentemente acquisiti) costituiti dall’insieme di convinzioni che hanno un ruolo centrale nell’interpretazione della propria realtà.
Non tutte le informazioni che appartengono alla realtà vengono registrate: gli schemi cognitivi permettono il filtraggio delle informazioni ritenute utili per classificare, decodificare e riconoscere il mondo circostante. Dunque, la nostra realtà percepita è una conseguenza dell’incontro fra dati oggettivi ed il lavoro di quegli schemi cognitivi che caratterizzano solo noi, che sono solo nostri e che non appartengono ad una reale realtà. Le nostre convinzioni, positive o negative, rappresentano delle certezze da cui attingere per decodificare situazioni nuove, potenzialmente ansiogene; esse condizionano sempre i nostri pensieri e i nostri comportamenti.

La profezia che si auto-avvera è uno dei fenomeni più noti e più studiati in psicologia sociale.
Ha una validità scientifica ed è un meccanismo mentale studiato non solo dai psicologi ma dai sociologi, pedagogisti e medici oltre ad essere sfruttato in campo farmaceutico quando si utilizzano medicinali placebo che pur essendo chimicamente privi di principi attivi, in molti casi hanno gli stessi effetti dei reali medicinali proprio perché i pazienti sono convinti di assumere un reale medicinale nel quale hanno fiducia perché migliori la loro condizione.

Il sociologo Merton ne parlò per la prima volta negli anni ‘70, ed è stata anche riprodotta sperimentalmente a dimostrazione dell’influenza che esercitano le convinzioni sulla costruzione della realtà. Infatti, pensiamo agli effetti dell’ipnosi sulla comunicazione di massa o all’effetto placebo, succede che chi subisce questo comportamento ottiene esattamente quello che vorrebbe si verificasse, a conferma della grande potenza della suggestionabilità umana.

In sostanza, le profezie auto-avveranti incidono significativamente sulla visione che gli individui hanno di loro stessi, del loro modo di apparire con gli altri e con il mondo. Per questo si creano schemi stabili, rigidi, di comportamento che ovviamente si ripeteranno nel tempo confermando la propria visione delle cose.

Come uscire dalla profezia che si autoavvera
Smettere di lasciarsi “fregare” da questo meccanismo.
Ora sai che la mente può tenderti queste trappole e perciò sei pronto ad usare la profezia che si autoavvera a tuo vantaggio: se fino ad ora hai dato spazio di comando alle tue paure riguardo il futuro e hai temuto che divenissero realtà fino a che non è davvero accaduto, sei stato tu stesso a decidere, inconsciamente, di fallire.
Se ti sei reso conto che fino ad oggi ti sei auto sabotato, non piangere sul latte versato perché non ti sarà utile.
Fai progetti, ponderali assicurandoti di non tentare l’impossibile e parti, smettendo definitivamente di auto sabotarti.

Da ora in poi elimina dal tuo dizionario e dal tuo modo di parlare tutte quelle frasi che non fanno altro che demotivarti lasciandoti arenato.

Credere in te stesso
Dopo aver smesso di ripeterti certi mantra che non fanno altro che renderti succube del fallimento è giunta l’ora di sostituirli facendo della profezia che si auto-avvera un lascia passare per la tua realizzazione personale, compiendo il passo successivo: credere in te stesso, scoprendo quali sono le tue potenzialità e costruendoci sopra, sfruttandole al massimo

In conclusione, se siamo convinti che un fatto sia reale, esso lo è nelle sue conseguenze. Le modalità che abbiamo di attribuzione di senso agli eventi e le strategie che mettiamo abitualmente in atto, determinano in noi il ripetersi di comportamenti anche disfunzionali che sono propensi sempre ad andare a confermare le nostre aspettative. Il pensare di poter leggere la realtà esclusivamente con i propri occhi ed identificarla come oggettiva, può portare a sentimenti di solitudine, convinzioni di non essere capiti dal mondo esterno e sensazioni di essere vittime di un destino già scritto potenzialmente prevedibile.

È necessario interrogarsi sul cambiamento della percezione della realtà che includa l’esistenza di diverse realtà possibili: la soggettività di una percezione può facilmente condurre all’autoinganno.

La realtà appartiene ad ognuno di noi in modo diverso. È importante imparare a conoscere come le proprie convinzioni pre-confezionate e costruite durante questo percorso di crescita lungo una vita condizionino il personale modo di percepire la realtà: una è realtà reale, ma lo è per noi. Sulla nostra realtà noi siamo responsabili, possiamo condizionarla e determinarla, ma siamo responsabili di doverla mettere costantemente in discussione. Poniamoci come obiettivo la produzione di dubbi.

“Credere è molto noioso. Dubitare è profondamente avvincente. Essere sul chi va là è vivere. Farsi cullare nella certezza è morire” Oscar Wilde


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