Vivremo fino a 200 anni, sposteremo gli oggetti con il pensiero e non sbaglieremo fidanzato. Parola di Michio Kaku e di altri 300 grandi scienziati
Nel 2100 Il Mondo Sarà Irriconoscibile
Entro il 2030 avremo
Internet letteralmente negli occhi, attraverso una lente a contatto,
saliremo su auto che si guidano da sole e indosseremo vestiti che
lanciano provvidenziali SOS. E sarà solo il primo assaggio di un
«secolo rivoluzionario», assicura lo scienziato, 65 anni, americano
di origine giapponese. Perché entro il 2100 saremo capaci di ben
altre “magie”: leggere nel pensiero o spostare gli oggetti con la
forza della mente (e qualche microscopico, potentissimo
superconduttore).
Fra dieci anni i
computer costeranno un centesimo. E saranno nei muri di casa, nei
vestiti, nel nostro bagno. Piccolissimi chip, da attivare sbattendo
le palpebre. Ed ecco che nei nostri occhi avremo mappe stradali,
risposte agli esami scolastici».
L’amore in un
chip?
«Ci iscriveremo ai
servizi di dating e, camminando per strada, per ogni volto
vedremo apparire una biografia che ci dirà chi è quell’uomo, che
lavoro fa, che gusti ha. Sarà più facile, perfetto. Ci sbaglieremo
meno».
Cose da “Star
Trek”, “X-Men”, “Avatar”. Ma qui non c’entrano nulla né
la fantasia né la fantascienza. «Si basa tutto su ricerche
scientifiche e prototipi».
«La tecnologia e
l’ingegneristica stanno evolvendosi velocemente, come mai in
precedenza. Il mondo oggi è irriconoscibile rispetto a cento anni fa
e non solo da un punto di vista estetico, ma anche nel modo in cui
gli umani vi si rapportano. I progressi realizzati hanno modificato
il modo in cui viviamo le nostre vite, comunichiamo e interagiamo».
Bellezza e eterna
giovinezza, ne siamo ossessionati: c’è in cantiere qualche novità?
«Già ora possiamo
far crescere nasi, orecchie, ossa, pelle e sostituirli. In futuro li
cambieremo, quando sono malati, o vecchi».
Come in un
negozio...
«Non moriremo più
per un organo malato. La parola tumore sparirà dal vocabolario».
«Di più, si
eviterà che si formi. Il nostro bagno, wc compreso, sarà
disseminato di sensori in grado di tenerci controllati. E di trovare
il tumore prima che si formi. Questo chip esiste già, sarà sul
mercato fra massimo dieci anni. Con queste tecnologie, Steve Jobs non
sarebbe morto».
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