La Scienza Dimostra che Puoi Far sì Che Qualcuno S’innamori di Te
"Ci sarà
sempre la magia di amare, ma la conoscenza è potere. Se sai chi sei,
cosa cerchi e come puoi amare gli altri, è possibile catturare
quella magia, trovare e mantenere il vero amore, e realizzare i tuoi
sogni". Helen Fisher
La chimica può
“spiegare” l’amore? Si possono ricondurre sensazioni romantiche
e passionali all’azione di una molecola?
Serotonina,
norepinefrina e dopamina sembrano esercitare un ruolo molto
importante nell’innesco della passione amorosa.
L’amore con tutte
le sue caratteristiche (pensiero invadente, energia intensa,
esaltazione della persona amata e sbalzi d’umore solo per citarne
alcune) sarebbe determinato da bassi livelli di serotonina nel
sangue. Gli stessi livelli di serotonina sono presenti nelle persone
ossessivo-compulsive e questo spiegherebbe come mai non possiamo fare
a meno di pensare alla persona che amiamo.
La fase
dell’attrazione è caratterizzata, inoltre, dalla presenza di alti
livelli di dopamina e di norepinefrina. Gli alti livelli di questi
due neurotrasmettitori causano sensazioni di euforia, perdita
dell’appetito, insonnia e attenzione focalizzata. La stessa cosa
accade nel mondo degli animali non umani durante la scelta del
partner. La dopamina è la maggiore responsabile del sentimento
amoroso. Essa è cruciale nel sistema di ricompensa e motivazione del
cervello.
Saremmo, dunque,
vittime impotenti di un istinto biologico. L’emozione dell’amore
sarebbe un impulso al pari della fame e della sete. Esattamente, come
quando si ha fame alcuni segnali interni inducono a mangiare per
ripristinare l’equilibrio dell’organismo, allo stesso modo
esistono segnali che ci rendono disponibili ad una relazione amorosa.
Nella fase di
infatuazione sembra, inoltre, che parti del cervello che hanno a che
fare con il giudizio sociale e le emozioni negative siano inibite.
Questo ostacolerebbe di molto la nostra capacità critica, tanto da
idealizzare la persona oggetto del nostro amore che vediamo
attraverso “occhiali tinti di rosa”, rimanendo beatamente
inconsapevoli dei suoi difetti. La fase dell’infatuazione dura un
minimo di sei mesi e tende a svanire dopo tre anni di relazione. A
meno che non la si viva nella fase dell’adolescenza.
Uno dei motivi che
rende l’adolescenza un percorso accidentato è che gli adolescenti
sperimentano la fase dell’attrazione in maniera più forte rispetto
agli adulti e non riescono a passare alla fase successiva, ossia a
quella dell’attaccamento.
C’è un ordine
nelle reazioni chimiche negli innamorati?
È possibile
rintracciare la risposta seguendo il corso della storia evolutiva
propria delle creature umane. Una storia che è caratterizzata dallo
sviluppo di tre sistemi cerebrali, tre chiavi d’accesso per rendere
possibili i comportamenti finalizzati alla riproduzione.
Faccio
riferimento agli studi dell’antropologa cognitiva di Helen Fisher,
della Rutgers University nel New Jersey, che studia l’amore da
trentacinque anni. La Fisher individua nell’amore tre fasi
distinte: il desiderio (o libidine), l’attrazione (amore romantico)
e l’attaccamento. Ciascuna di esse coinvolge distinti sistemi
cerebrali caratterizzati da una specifica biochimica.
La libidine
spinge ciascun individuo alla ricerca di un rapporto sessuale. In
questa fase a farla da padrone sono il testosterone negli uomini e
gli estrogeni nelle donne.
Il ruolo dell’attrazione romantica è,
invece, quello di direzionare e focalizzare questa attenzione
indifferenziata verso un individuo particolare.
Responsabili di
questa fase sono tre potenti sostanze chimiche: adrenalina, dopamina
e serotonina. Solo successivamente entra in gioco l’attaccamento
uomo-donna evolutosi per garantire protezione, sicurezza e cure
adeguate alla prole. In questa fase ci vengono in aiuto le endorfine
e ormoni come l’ossitocina e la vasopressina.
Il rilascio delle
endorfine è stimolato da rapporti stabili nel tempo. Le endorfine
creano la sensazione della dipendenza, in maniera tale che se il
nostro partner è lontano desideriamo che torni. (Domenica Bruni
- Scienze cognitive.)
Nessun commento:
Posta un commento