La
mente non é noi: tutti i nostri pensieri vengono da una Mente ben
piú vasta della nostra, universale.
Sri
Aurobindo
Il
pensiero non è qualcosa che produciamo, ma una “sostanza” nella
quale siamo immersi. È il nostro habitat naturale, nel quale agiamo
e creiamo effetti e rispondenze. Noi infatti “elaboriamo”
pensiero, non lo produciamo: il pensiero non è parte di noi, non ci
appartiene. Siamo abituati ad identificarci nei nostri pensieri, ma
la verità è che noi siamo solo il canale attraverso il quale
scorrono.
L’essere
umano partecipa ad un ecosistema multidimensionale di
energia-pensiero. L’uomo riceve pensiero elaborato da specie
“inferiori” (meno complesse) ed elabora pensiero-cibo per specie
“superiori” (piú complesse), all’interno di una vera e propria
“catena alimentare”.
È
interessante considerare che noi, nella nostra attuale condizione,
non solo non produciamo pensiero, ma non siamo neppure fruitori del
pensiero che elaboriamo, o meglio, non lo siamo in tempo reale.
Quando crediamo di pensare, ci stiamo semplicemente ricordando di
aver elaborato “qualcosa” che la mente ha adattato a sé,
rielaborando i nostri pre-giudizi. Praticamente viviamo in una
“differita” della realtá, riveduta e corretta dalla mente.
Se
viviamo in un’illusione della mente, come possiamo “essere”?
Se
non pensiamo, come possiamo “agire”?
Noi
non siamo mai nel “qui e ora”, ma sempre nel passato o nell’idea
del futuro, comunque elaborata secondo il nostro schema di abitudini
e di preconcetti. Noi viviamo nel “ricordo”.
Usare
davvero il pensiero significa essere capaci di una consapevolezza e
di un potere che abbiamo disimparato ad applicare. E ricordiamoci che
l’elaborazione del pensiero non avviene nel cervello. Il cervello é
solo un coordinatore della mente: l’elaborazione del pensiero é un
atto che riguarda tutto il nostro corpo ed in particolare alcuni
organi come l’intestino e il cuore.
La
vera coscienza, la vera consapevolezza, é libera dai vincoli della
mente. É libera dai processi mentali, emancipata dal pensiero che
costringe la nostra percezione entro i limiti dei sensi, delle tre
dimensioni e del tempo. Quando siamo consapevoli siamo semplicemente
qui, e quindi dappertutto, ed ora, e quindi nell’eterno. Non esiste
altro luogo e sopratutto non esiste altro tempo, non esistono i
vincoli del passato, le limitazioni del ricordo e della memoria che
ci costringono entro schemi e processi vecchi, abitudinari e
pre-programmati, da noi stessi o da altri. E non esiste la tensione
del futuro che mai ci permette di essere ció che siamo. Il flusso di
pensiero cessa finalmente. Da quel momento, in quel momento, siamo
noi ad essere, a produrre il Pensiero.
Essere
legati al pensiero o essere preoccupati per i fenomeni che possono
riguardarci nel nostro prossimo futuro significa non cogliere quanto
davvero sta accadendo e, anzi, rischiare di operare al fine di
trovare “soluzioni” per evitare possibilitá straordinarie che a
volte vengono percepite (o fatte percepire) come problemi.
Il
vuoto del pensiero é la libertà dell’anima.
Dal
libro di Carlo Dorofatti "Nient'altro che se stessi. Incanti e
disincanti della nuova era"
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