Il premio Nobel per la chimica, Kary Mullis, racconta nel suo libro
“Ballando nudi nel campo della mente” di come fosse in
grado di accendere una lampadina con la sola forza del pensiero.
Mullis aveva notato che era possibile variare il voltaggio
dell’elettricità che passava attraverso il suo corpo pensando a
cose diverse: passare da uno stato di meditazione e rilassamento al
guardare le foto di una donna nuda produceva un repentino cambio
della resistenza elettrica della sua pelle e quindi del voltaggio
così da poter accendere una lampadina.
La nostra capacità
di visualizzazione ha poteri enormi, molto di più di quanto si
creda. E’ sufficiente pensare con concentrazione di mangiare un
limone per sentirne il sapore o comunque avere una salivazione.
Visualizzare qualcosa genera reazioni fisiche nel nostro corpo
Un’altra
dimostrazione della stretta connessione tra il potere di
visualizzazione della nostra mente e la nostra dimensione fisica ed
emozionale.
Se la
visualizzazione è la costruzione di immagini che conosciamo o
abbiamo già visto, l’immaginazione è invece proprio ciò a cui si
riferiva Gesù nella frase citata sopra (dal Vangelo di Marco, NdA),
ossia il processo di creazione di un’immagine mentale che non
esiste e che non conosciamo. Il maggior insegnamento lasciatoci da
Gesù è proprio questo: immaginate qualcosa che desiderate e credete
di poterlo raggiungere, al punto tale da considerarlo già qui, e
allora lo otterrete! I miracoli accadono solo se si crede (si ha
fede) che possano accadere. E non il contrario! Bisogna cioè
immaginare il miracolo compiuto prima che si compia. E sarà anche
grazie a questa capacità immaginativa di creare qualcosa che ancora
non c’è, che ciò che si è immaginato si tradurrà in realtà.
Se quindi,
immaginiamo qualcosa di bello, positivo e desiderato e crediamo di
poterlo ottenere, ciò originerà in noi un atteggiamento tale da
aumentare le possibilità di farcelo ottenere. Dove con
“atteggiamento” si intende un complesso, inestricabile e
indefinibile insieme di stati psicofisici che determinano la maniera
con cui interagiamo con la realtà e di conseguenza come siamo in
grado di modificarla. Lo stesso vale ovviamente per le
“visualizzazioni” negative.
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