Una macchina può pensare?
Dopo anni di discussioni, oggi anche
i più scettici sono costretti a constatare la capacità di dialogo e
di pensiero da parte dei robot.
Ma
quelle emozioni e sensazioni forti che ognuno di noi ha immagazzinato
nella propria mente, come la paura di calciare un rigore in una
finale o ancora il primo bacio o il primo giorno di scuola alle
elementari, quei ricordi che vengono evocati da un piatto tipico che
ti preparava la mamma da piccolo facendoti riemergere momenti
fantastici dell’infanzia, i robot possono provarli?
In un’intervista il fisico S.Fusi
dichiara che «Anche nelle macchine si possono simulare le emozioni»
Sono
un particolare aspetto del nostro stato mentale, e sono “speciali”
perché più difficili da controllare. Se abbiamo paura è per
sopravvivere, per questo i ricordi associati a esperienze traumatiche
non sono così facili da sovrascrivere. Ma non c’è motivo per cui
una macchina non possa provare emozioni, compresa la paura. Anche se
forse robot di questo tipo riusciremo a costruirli tra vari decenni.
Le
prime prove che portarono a propendere a favore della capacità di
pensiero riguardavano i risultati della teoria della computazione: la
prima era la tesi di Church secondo la quale ogni funzione che sia
effettivamente calcolabile è ricorsivamente computabile, mentre il
secondo è altrettanto importante ed è l’esperimento di Turing
secondo il quale una funzione ricorsivamente computabile è
calcolabile attraverso una macchina manipolatrice di simboli ben
programmata. La storia delle macchine pensanti ebbe inizio nella
seconda metà del Novecento.
L’esempio
calzante che ognuno di noi ha presente è “SIRI”, l’assistente
digitale sviluppato dalla Apple presente nei dispositivi iOs. É un
software per il riconoscimento e l’iterazione vocale. È in grado
non solo di rispondere alle nostre domande ma anche di elaborare sms,
organizzare appuntamenti, fare chiamate vocali e di fare ricerche su
internet. Un vero e proprio sistema di apprendimento automatico
dotato addirittura di ironia.
L’umanità,
ormai, si trova sulla soglia di un’era nella quale robot, bot,
androidi e altre manifestazioni dell’intelligenza artificiale
sembrano sul punto di lanciare una nuova rivoluzione industriale,
suscettibile di toccare tutti gli strati sociali. La robotica e
l’intelligenza artificiale promettono di portare benefici in
termini di efficienza e di risparmio economico non solo in ambito
manifatturiero e commerciale, ma anche in settori quali i trasporti,
l’assistenza medica, l’educazione e l’agricoltura, consentendo
di evitare di esporre esseri umani a rischi e condizioni pericolose,
come nel caso della pulizia di siti contaminati da sostanze tossiche.
Il problema della responsabilità in caso di danni provocati da robot
o umanoidi può sembrare troppo avveniristico ma in realtà non è
così perché già si stanno producendo prototipi che presto verranno
avviati non solo nel mondo produttivo ma anche in quello sociale, si
pensi ad esempio al recente prototipo di robot per l’amministrazione
del condominio.
Fonte:
https://magazine.liceoattiliobertolucci.org/
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