E' tempo di fermarci e trovare un nuovo equilibrio, una nuova e
profonda consapevolezza
Lettera dal Coronavirus di Darinka Montico.
Fermatevi semplicemente e ascoltate. È il Pianeta a chiedercelo
E’ l’ora di fermarsi. Veramente, completamente. E’ l’ora di
tirare i remi in barca e lasciarsi trasportare dalle onde del
pensiero e del buonsenso.
Non diremo che da
sempre, in natura, la vita tra agenti patogeni e genere umano e
animale è sempre esistita e che in un ambiente più o meno costante,
questa convivenza tenderebbe a un equilibrio, cioè a trasformare la
competizione tra le specie in una sorta di coabitazione.
Questo se
non intervenisse, a vanificarlo, proprio l’attività dell’uomo,
invadendo gli spazi degli ospiti dei virus (quasi sempre animali
selvatici) attraverso la sottrazione o alterazione dei loro habitat
naturali, attraverso la loro caccia, o attraverso altre azioni che
non staremo in questa occasione a esplicitare meglio.
Non diremo tutte
queste cose che voci molto più autorevoli di noi già dicono da
tempo, e che in questo momento di emergenza globale in cui molte vite
sono già state sacrificate e altrettante sono a rischio, sarebbe
troppo facile e di dubbio gusto per rispetto dei moltissimi morti.
Non lo diremo perché
sappiamo che sarebbe troppo doloroso ripeterlo adesso, e che è più
facile, per l’equilibrio psicofisico delle persone, pensare che
tutto questo presto passerà, che “tutto andrà bene”, e che non
ci saranno conseguenze. Anche perché sono esattamente queste, le
conseguenze, ed è il rapporto di responsabilità con esse, che
dovrebbe profondamente cambiare.
Non abbiamo né la
certezza né la chiave d’interpretazione univoca di questo
fenomeno, ma sappiamo che è strettamente legato a tutti i fenomeni
ambientali che conosciamo fin troppo bene (cambiamento climatico,
estinzioni e mutazioni genetiche di specie animali e vegetali causate
dall’uomo, inquinamento, deforestazione, ecc ecc…) ma abbiamo la
certezza
questa è l’ora di
fermarci, e di ascoltare.
Ascoltare noi
stessi, ascoltare il pianeta, osservare e trarre da questo ascolto e
da questa osservazione una nuova e profonda consapevolezza.
Accogliere la paura che stiamo provando e con essa la trasformazione
che inevitabilmente toccherà ognuno di noi.
Non possiamo
opporci, dobbiamo assecondare gli eventi. In questo siamo chiamati a
dare prova di resilienza e resistenza. E in questo siamo chiamati a
rielaborare noi stessi, la nostra vita, le nostre priorità.
E se useremo questo
tempo sospeso per lavorare sul profondo di ognuno di noi, non potremo
che rigenerarci, come la natura ci insegna, con forza e umiltà. Non
potremo che ritrovare un nuovo equilibrio, smettendola di rincorrere
il benessere a tutti i costi, di cercare comodità inutili, di
alimentare desideri materiali all’insegna dello sperpero, di
rincorrere modelli sociali e globali che hanno dato prova della loro
insostenibilità.
Dobbiamo tutti
fermarci e aspettare. E’ il Pianeta a chiedercelo.
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