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sabato 4 aprile 2020

Lettera dal Coronavirus all'Umanità

          E' tempo di fermarci e trovare un nuovo equilibrio, una nuova e profonda consapevolezza

                                             
Lettera dal Coronavirus di Darinka Montico.


Fermatevi semplicemente e ascoltate. È il Pianeta a chiedercelo

 E’ l’ora di fermarsi. Veramente, completamente. E’ l’ora di tirare i remi in barca e lasciarsi trasportare dalle onde del pensiero e del buonsenso.

Non diremo che da sempre, in natura, la vita tra agenti patogeni e genere umano e animale è sempre esistita e che in un ambiente più o meno costante, questa convivenza tenderebbe a un equilibrio, cioè a trasformare la competizione tra le specie in una sorta di coabitazione. 

Questo se non intervenisse, a vanificarlo, proprio l’attività dell’uomo, invadendo gli spazi degli ospiti dei virus (quasi sempre animali selvatici) attraverso la sottrazione o alterazione dei loro habitat naturali, attraverso la loro caccia, o attraverso altre azioni che non staremo in questa occasione a esplicitare meglio.

Non diremo tutte queste cose che voci molto più autorevoli di noi già dicono da tempo, e che in questo momento di emergenza globale in cui molte vite sono già state sacrificate e altrettante sono a rischio, sarebbe troppo facile e di dubbio gusto per rispetto dei moltissimi morti.

Non lo diremo perché sappiamo che sarebbe troppo doloroso ripeterlo adesso, e che è più facile, per l’equilibrio psicofisico delle persone, pensare che tutto questo presto passerà, che “tutto andrà bene”, e che non ci saranno conseguenze. Anche perché sono esattamente queste, le conseguenze, ed è il rapporto di responsabilità con esse, che dovrebbe profondamente cambiare.
Non abbiamo né la certezza né la chiave d’interpretazione univoca di questo fenomeno, ma sappiamo che è strettamente legato a tutti i fenomeni ambientali che conosciamo fin troppo bene (cambiamento climatico, estinzioni e mutazioni genetiche di specie animali e vegetali causate dall’uomo, inquinamento, deforestazione, ecc ecc…) ma abbiamo la certezza

questa è l’ora di fermarci, e di ascoltare.

Ascoltare noi stessi, ascoltare il pianeta, osservare e trarre da questo ascolto e da questa osservazione una nuova e profonda consapevolezza. Accogliere la paura che stiamo provando e con essa la trasformazione che inevitabilmente toccherà ognuno di noi.

Non possiamo opporci, dobbiamo assecondare gli eventi. In questo siamo chiamati a dare prova di resilienza e resistenza. E in questo siamo chiamati a rielaborare noi stessi, la nostra vita, le nostre priorità.

E se useremo questo tempo sospeso per lavorare sul profondo di ognuno di noi, non potremo che rigenerarci, come la natura ci insegna, con forza e umiltà. Non potremo che ritrovare un nuovo equilibrio, smettendola di rincorrere il benessere a tutti i costi, di cercare comodità inutili, di alimentare desideri materiali all’insegna dello sperpero, di rincorrere modelli sociali e globali che hanno dato prova della loro insostenibilità.

Dobbiamo tutti fermarci e aspettare. E’ il Pianeta a chiedercelo.



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