“La tua vita inizia dove finisce la tua zona di comfort.”
Neal Walsch.
Sviluppare la visione allargata della realtà è il primo punto importante per uscire dalla zona di comfort.
“Pensiamo che la vita sia solo l’attività degli acidi nucleici e delle proteine? Viviamo un po’ per poi marcire nel terreno?”
La
“teoria del biocentrismo”, sostenuta dal Professor “Robert
Lanza, afferma che la morte come noi la conosciamo, è un’illusione
creata dalla nostra stessa coscienza. Egli ritiene che è la nostra
coscienza a creare l’universo, e non il contrario, e una volta che
accettiamo che spazio e tempo siano solo “strumenti della nostra
mente”, la morte non può esistere in alcun senso reale.
Come
esseri umani noi crediamo nella morte, perché ci è stato insegnato
che si muore, o più precisamente, la nostra coscienza associa la
vita al corpo fisico… e sappiamo che i corpi, prima o poi, muoiono.
Quando
moriamo la nostra vita diventa un “fiore perenne che torna a
fiorire nel multiverso, la vita è un’avventura che trascende il
nostro modo ordinario di pensare”.
La
domanda che si è posto, quindi, è: la coscienza si è evoluta da
complessi algoritmi o è il contrario?
Il
biocentrismo è il credere che la vita e la biologia siano centrali
nella realtà, e che siano queste a creare l’universo, non il
contrario. Ciò suggerisce, quindi, che sono le coscienze stesse
delle persone a determinare forma e dimensioni degli oggetti
nell’universo.
“Quello
che vediamo non potrebbe esistere senza la coscienza”, ha spiegato
Lanza. “La nostra coscienza ha un proprio senso del mondo”.
Osservare l’universo dal punto di vista della biocentrica,
significa anche considerare che spazio e tempo siano solo semplici
strumenti della nostra mente. Secondo le considerazioni relative agli
esperimenti di fisica quantistica, tutta la nostra esperienza
sensoriale non è altro che un vortice di informazioni che si
verificano nella nostra mente. Se questa concezione di spazio e tempo
viene accettata, significa allora che la morte non esiste.
Va
da sé che qualsiasi persona dotata di buon senso si porrebbe questa
domanda: se esiste un Dio perché con qualcuno è bravo e con altri
no? Indubbiamente le filosofie orientali possono rispondere alla
domanda con una semplice parola: karma. Ma questo presuppone che ci
siano diverse vite e non solo una. E secondo alcuni scienziati ci
sarebbe la prova che le nostre vite non finirebbero mai,
semplicemente perché la morte non esiste.
La
morte, infine, è solo il frutto del nostro pensiero. Non esiste,
probabilmente come non esiste tutto il resto.
La
morte, in pratica, non esiste se non sotto forma di pensiero. Siccome
siamo abituati a identificarci attraverso il nostro corpo, quando
esso non ci sarà più (pensiamo) noi svaniremo nel nulla. Ma le
prove dimostrano il contrario: il nostro corpo – quando è in vita
– riceve una sorta di segnali esattamente come fa un decoder per
trasmettere le nostre trasmissioni preferite. Quindi ovunque saremo –
o qualunque corpo avremo dopo – tali segnali ci accompagneranno
sempre.
Potrebbero esistere altri mondi, almeno in teoria, in cui - un po'
come nel film Sliding Doors (1998, Stati Uniti e Gran Bretagna, regia
di Peter Howitt) - nostri alter-ego in tutto e per tutto uguali a
noi conducono vite 'parallele'? Si tratta di una domanda che da molti
anni viene posta non solo dalla letteratura fantascientifica, ma
anche dal mondo accademico.
La presenza di
universi paralleli potrebbe essere spiegata con le infinite
esplosioni avvenute subito dopo il Big Bang, che avrebbero dato vita
a questi altri mondi. All’interno di questa cornice, gli universi
potrebbero essere misurabili con complesse formule matematiche a
partire dalla radiazione cosmica di fondo, una sorta di impronta
dell’universo appena nato che terrebbe traccia di questi universi.
E questo darebbe prova dell’esistenza del multiverso.
Secondo Stephen
Hawking, esistono innumerevoli copie di noi stessi in innumerevoli
altri universi dove la nostra vita è solo leggermente, o magari
completamente diversa da quella che conosciamo. Ma potrebbero esserci
anche universi dove la vita non esiste affatto, perché le leggi
della fisica possiedono valori che non la rendono possibile. Negli
ultimi trent’anni gli scienziati hanno accumulato indizi a favore
della congettura del “multiverso“, secondo cui esisterebbe un
numero enorme, se non infinito, di universi. Una volta dominio della
fantascienza, questa congettura potrebbe oggi spiegare tante
stranezze della scienza, come i particolari valori delle costanti
fondamentali, il Big Bang, le bizzarrie della fisica quantistica, la
natura ultima della realtà.
Può sembrare
fantascienza, eppure i fisici teorici studiano questi scenari da
almeno 50 anni, ed esistono complicati ed eleganti calcoli matematici
in grado di descriverli. Secondo l’ultima formulazione, appena
pubblicata su “Physical Review X” da un team
dell’University of California a Davis, e della Griffith
University australiana, non solo gli universi paralleli
esisterebbero davvero, ma potrebbero persino interagire.
Secondo lo strano
mondo della meccanica quantistica, abitato da atomi e particelle,
esiste un universo in cui questo articolo non è mai stato scritto.
E, a un tempo, un altro mondo in cui è possibile leggerlo e
commentarlo.
Bizzarrie della realtà a livello dei suoi costituenti
più intimi, governata da fenomeni che hanno fatto storcere il naso
persino ad Albert Einstein, come la teoria del multiverso, in base
alla quale esisterebbe una pluralità di universi paralleli, al punto
che ogni decisione che ciascuno di noi prende in questo mondo ne
creerebbe di nuovi. Secondo questa interpretazione, ci sarebbe, ad
esempio, un mondo in cui il Terzo Reich è uscito vincitore dalla II
guerra mondiale, e un altro in cui Hitler è uno sconosciuto pittore.
Ma sarà mai
possibile riuscire a dimostrare l’esistenza di altri universi, lì
fuori?
Floating
Therapy – è la nuova frontiera del
wellness
La
vasca di deprivazione sensoriale, chiamata anche vasca di
isolamento o vasca di galleggiamento, è uno strumento inventato dal
Dr. John Lilly alla fine degli anni Cinquanta per lo studio
della deprivazione sensoriale.
Egli
cercò di trasformare questa vasca in uno strumento in grado di
ridurre al minimo gli stimoli esterni. Scoprì che, con il
galleggiamento, il cervello tendeva a indurre uno stato onirico
profondo nella persona. Successivamente ai suoi studi, la vasca di
deprivazione sensoriale divenne uno strumento diffuso per raggiungere
rilassamento, benessere e introspezione interiore. Consente di
ridurre lo stress fisico e mentale, eliminare i dolori articolari e
muscolari e purificare il corpo nel modo più semplice e naturale:
lasciandosi galleggiare in una vasca/room priva di suoni, luci e
qualsiasi altra tipologia di contatto.
Studi
scientifici dimostrano che un’ora di galleggiamento equivale a 4 –
6 ore di profondo e rilassato sonno. Per tale motivo, la vasca di
galleggiamento viene anche definita vasca di deprivazione sensoriale
poiché tutti e cinque i sensi vengono “sommersi” e per un
momento smettono di svolgere la propria funzione abituale.
Viene
riempita, di 20cm, di una soluzione satura di sale solfato di
magnesio e mantenuta costantemente alla temperatura di 36,5°C.
Questo elemento oltre ad avere proprietà miorilassanti, elimina
l’azioni di gravità, tenendo il corpo quasi sospeso.
Lo
status di calma che si crea, una volta immersi, sviluppa la sfera
cognitiva e la concentrazione, aumenta la produzione di endorfine e
riduce l’accumulo di cortisolo. Inoltre la soluzione satura aiuta a
drenare le tossine in eccesso e a favorire l’ossigenazione dei
tessuti tramite una migliore circolazione del sangue.
I
benefici osservati dai ricercatori nel corso dei loro studi relativi
al Floating, risultano essere molteplici e di svariata natura,
dimostrando come si tratti di una pratica estremamente valida per i
problemi che affliggono la maggioranza delle persone.
La
deprivazione o isolamento sensoriale potenziano la creatività, la
memorizzazione, la concentrazione, l'apprendimento ed è efficace
contro i disordini psicoemozionali. Molto efficace nel recupero
post-traumatico e nel combattere la depressione.
Che cos’è il tempo? È reale o è soltanto un prodotto della
nostra immaginazione? Esiste un inizio ed una fine del tempo? Perché
il tempo scorre sempre in avanti? Perché ricordiamo il passato e non
il futuro? Può il concetto di tempo fornire la base per la tanto
agognata Teoria del Tutto?
Sant’Agostino,
nelle Confessiones, afferma: “Allora che cosa è il tempo? Se
nessuno me lo domanda, lo so. Se voglio spiegarlo a chi me lo
domanda, non lo so più” e, più recentemente, il fisico Julian
Barbour: “possiamo riconoscere e misurare il tempo ma non lo
comprendiamo” ed è “significativo che c’è un così
debole accordo su cosa esso sia realmente e su come cercare una
soluzione a tale domanda”.
La scienza moderna
ha sinora adottato, nei confronti del tempo, un approccio
sostanzialmente “operazionale”, limitato cioè alla sua
misurazione, relegando ad un livello secondario il problema della
comprensione profonda del suo significato.
«Einstein si è
accorto che in mezzo fra quello che chiamiamo “passato” e quello
che chiamiamo “futuro” c’è qualcos’altro che prima nessuno
aveva notato. Non c’è soltanto un effimero e istantaneo
“presente”, c’è molto di più. Il motivo per cui questo
“qualcos’altro” di solito non lo notiamo è che dura molto
poco. Quanto dura questo “né passato né futuro” dipende dalla
distanza. Per esempio se noi stiamo parlando nella stessa stanza,
l’intervallo che non è né passato né futuro è di qualche
nanosecondo, cioè pochissimo, e non lo notiamo. Se stiamo
telefonandoci da NewYork dura un millisecondo, ancora troppo poco per
notarlo, ma se io sono sulla terra e qualcun’altro è su Marte,
allora il “né passato né futuro” dura un quarto d’ora, e
questo sì che si nota.
Per questo non si
può avere una conversazione semplice fra Marte e la Terra: perché
anche se io provo a rispondere non appena sento la tua domanda, tu
comunque avrai la mia risposta dopo 15 minuti. Quei quindici minuti
non sono né nel mio passato né nel mio futuro. Sono nella “zona
intermedia”. Ma le conseguenze sono importanti. Significa che non
si può dire “in questo momento nell’universo le cose sono così
e cosà”. Non esiste, in realtà un “questo momento”,
nell’universo».
Secondo le
conclusioni di illustri fisici, tra cui Rovelli – il tempo non é
una dimensione fondamentale dell’universo e nemmeno indispensabile
per studiarne le strutture. Ma ogni individuo percepisce il tempo: la
sensazione del passato ricordato che ci causa gioia o dolore; la
sensazione del futuro, di ciò che non sappiamo e che possiamo solo
prevedere, sede delle nostre ambizioni e delle nostre preoccupazioni.
Il tempo fisico, che pare non esistere così come lo immaginiamo,
è nato dalla mente umana in cui risiede la sensazione di un continuo
scorrere, che l’uomo ha voluto chiamare semplicemente “tempo”.
La risoluzione del mistero del tempo come abitualmente lo intendiamo
è dunque dentro di noi, lì nel luogo in cui è nato. La parte del
nostro cervello in cui risiedono i ricordi, la memoria, ha creato
dentro di noi la sensazione di lasciarci alle spalle qualcosa, il
passato. Lo stesso si può dire del futuro: l’uomo è una macchina
per prevedere eventi; la maggior parte dei nostri pensieri sono
previsioni. Ogni cosa che facciamo, la compiamo perché abbiamo fatto
delle previsioni e da qui nasce il concetto illusorio di futuro.
Se l’uomo non
avesse la capacità di memorizzare, non avrebbe un “passato”, se
l’uomo non avesse la capacità di prevedere, non avrebbe un
“futuro”. Eppure è grazie al passato e al futuro degli sforzi
della mente umana che l'universo si rivela; è nel tempo che
il mistero del tempo squarcia il suo velo.
Genius Seculi - come vengono creati il Denaro e il Debito - Zeitgeist Addendum
"Se non ci fosse debito nel nostro sistema monetario non potrebbe esserci moneta"
(Marriner Eccles)
“È di fondamentale
importanza far emergere, nella mente umana l'idea della "Rivoluzione
radicale". La crisi è una crisi delle coscienze. Una crisi che
non può più far accettare le vecchie norme, i vecchi modelli le
antiche tradizioni. E,considerando quello che il mondo è oggi con
tutta la sua miseria i suoi conflitti, la sua sconcertante brutalità,
aggressività e così via , l'uomo è ancora com'era in passato E'
ancora brutale, aggressivo, avido competitivo. E ha costruito una
società basandosi su queste idee.
Non si può creare
nessuna unità di misura efficace del benessere per una società
profondamente malata. (J,Krishnamurti)
DENARO DAL NULLA
Oggi gli iniziati e
gli uomini della Elite controllano la politica, le banche, gli
affari, i servizi segreti, la polizia, gli eserciti, l'istruzione e i
media di tutto il mondo. Forse il più importante di questi settori,
in termini di controllo, è quello delle banche. La creazione e la
manipolazione del denaro.
Si basa sulla
creazione di denaro che non esiste e che viene prestato a persone ed
aziende in cambio di interessi. Ciò crea un debito enorme per i
governi, le aziende e la popolazione in generale, che sono così più
facilmente controllabili. Essenziale in tutto questo è stato
permettere ai banchieri di prestare denaro di cui non sono in
possesso. Funziona così: se io o voi abbiamo un milione di sterline,
possiamo prestare un milione di sterline. Semplicissimo.
Ma se una banca
possiede un milione di sterline, può prestare dieci volte tanto e
più, e gravare quei soldi di interesse. Se anche solo un numero
esiguo di quelle persone che teoricamente hanno i "soldi"
depositati nelle banche andassero oggi a ritirarli, le banche
chiuderebbero i battenti in mezz'ora perché quei soldi non ce li
hanno. Il denaro delle banche è un mito, un'altra truffa. Quando
andate in banca a chiedere un prestito, la banca non stampa neanche
una banconota nuova, né conia nuove monete. Si limita a digitare la
somma del vostro prestito sul vostro conto corrente. Da quel momento
in poi pagate alla banca interessi su ciò che non è altro che
denaro digitato sullo schermo (denaro virtuale). Eppure, se non
riuscite a rimborsare il prestito che non esiste, la banca può
intervenire e, in tutta legalità, espropriarvi beni che invece
esistono, come la casa, la macchina, la terra e tutto quello che
possedete, per un valore pari a quello che compare sullo schermo.
Inoltre, poiché il denaro non viene messo in circolazione dai
governi, ma dalle banche private che concedono prestiti ai clienti,
le banche controllano la quantità di denaro in circolazione.
Più prestiti
decidono di elargire, più denaro viene messo in circolazione. Qual è
la differenza tra un boom economico e una depressione economica? Solo
una: l'ammontare del denaro in circolazione. Tutto qui. E, attraverso
questo sistema, le banche private, controllate da quelle stesse
persone, decidono quanti soldi saranno in circolazione. Così possono
creare periodi di prosperità e di crisi a loro piacimento. Lo stesso
succede con le borse, i cui agenti spostano miliardi di miliardi di
dollari al giorno nell'ambito dei mercati finanziari e bancari,
determinandone così l'ascesa o la caduta, lo sviluppo o il
controllo. I crolli della borsa non accadono così per caso, accadono
perché qualcuno li fa accadere.
La maggior parte del
"denaro" in circolazione non è denaro materiale, banconote
e monete. E' costituito da cifre che passano elettronicamente da un
conto corrente su un computer ad un altro, attraverso bonifici
bancari, carte di credito e libretti di assegni.
Più denaro,
elettronico o di altra natura, è in circolazione, maggiori attività
economiche possono svolgersi e, quindi, più prodotti vengono
comprati e venduti, maggiore è il reddito di cui dispongono le
persone, e maggiori sono i posti di lavoro disponibili. Ma la cricca
finanziaria ha sempre cercato di creare dei boom elargendo molti
prestiti e poi staccando la spina. Economisti e giornalisti economici
strapagati, la maggior parte dei quali non ha idea di quello che sta
accadendo, vi diranno che i boom economici e le crisi rientrano nel
cosiddetto "ciclo economico". Balle! Si tratta invece di
una manipolazione sistematica messa in piedi dalla Elite per
appropriarsi della vera ricchezza del mondo. Durante un boom molte
persone finiscono per indebitarsi ancora di più. Un'attività
fiorente implica che le aziende chiedano ulteriori prestiti per
comprare nuovi macchinari ed incrementare così la produzione. La
gente chiede prestiti per comprarsi una casa più grande e una
macchina nuova e più cara, perché ha fiducia nel suo futuro
economico. Poi, nel momento più conveniente, i maggiori banchieri,
coordinati dalla rete di società segrete, alzano i tassi di
interesse per diminuire la richiesta di prestiti e iniziano a
richiedere il pagamento dei prestiti già accesi.
Così facendo, i
prestiti diminuiscono e ciò ha come conseguenza la sparizione dalla
circolazione di unità monetarie (il denaro nelle sue varie forme).
Questo fa diminuire la domanda e comporta anche una riduzione
dell'occupazione perché non ci sono abbastanza soldi in circolazione
per alimentare l'attività economica. Così le persone e le aziende
non guadagnano abbastanza da rimborsare i loro prestiti e finiscono
per fallire. A questo punto le banche si appropriano delle loro vere
ricchezze, le loro aziende, la casa, la terra, la macchina, in cambio
del mancato pagamento di un prestito che non è mai stato niente di
più che delle cifre digitate su uno schermo.
Gli Stati Uniti per
esempio, invece di crearsi del denaro proprio privo di interesse, i
governi lo prendono in prestito dal cartello di banche private e
rimborsano sia l'interesse che il capitale tassando la popolazione.
Le somme fantastiche di denaro che pagate sotto forma di tasse vanno
dritte alle banche private per rimborsare prestiti che i governi
potrebbero crearsi da soli, emettendo denaro privo di interessi.
Perché non lo fanno? Perché l'Elite controlla i governi tanto
quanto le banche.
Ciò che chiamiamo
"privatizzazione" è la svendita dei beni dello Stato al
fine di impedire la bancarotta causata dal debito creato dalla
banche. I paesi del Terzo Mondo stanno cedendo il controllo della
loro terra e delle loro risorse ai banchieri internazionali poiché
non sono in grado di rimborsare i grossi prestiti elargiti loro, di
proposito, dalle banche proprio per intrappolarli in questa
situazione.