“La tua vita inizia dove finisce la tua zona di comfort.”
Neal Walsch.
Sviluppare la visione allargata della realtà è il primo punto importante per uscire dalla zona di comfort.
"Il vostro
dovere è non accontentarvi e pensare l'impossibile". Steve Jobs
Il discorso di Steve
Jobs ai laureandi di Stanford, con sede nel cuore
della Silicony Valley, è
considerato
una grande lezione di vita che può essere utile a tante
persone e pertanto giusto dargli la massima diffusione.
Il 12 giugno 2005 è stata la giornata speciale per i laureandi di Stanford, una delle più famose università al mondo. Ma è stata anche la giornata speciale di Steve Jobs, invitato a tenere il commencement address, il discorso augurale per i neo-laureati.
“Il vostro tempo è
limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro.
Non fatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i
risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore
delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più
importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e
la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno che cosa volete
realmente diventare. Tutto il resto è secondario”.
“Ricordarsi che
morirò presto è il più importante strumento che io abbia mai
incontrato per fare le grandi scelte della vita. Perché quasi tutte
le cose - tutte le aspettative di eternità, tutto l'orgoglio, tutti
i timori di essere imbarazzati o di fallire - semplicemente
svaniscono di fronte all'idea della morte, lasciando solo quello che
c'è di realmente importante.
Ricordarsi che
dobbiamo morire è il modo migliore che io conosca per evitare di
cadere nella trappola di chi pensa che avete qualcosa da perdere.
Siete già nudi. Non c'è ragione per non seguire il vostro cuore.”
“Il
serpente che si mangia la coda all’infinito. Io so da dove vengo,
ma da dove venite tutti voi zombie?”
L’uroboro,
il serpente che si mangia la coda creando un cerchio, è uno dei
simboli più antichi e conosciuti al mondo, la cui origine pare
risalire all’antico Egitto: simboleggia l’infinito, il tempo
circolare, l’eterno ritorno, la rigenerazione, l’androginia e la
predestinazione. Per spiegare il significato di Predestination, il
thriller fantascientifico del 2014 diretto dai fratelli Spierig non
c’è niente di più efficace che ricorrere a questo simbolo tanto
semplice quanto affascinante. Immaginiamo un essere umano che sia la
perfetta incarnazione di questo simbolo: una creatura che si è
autogenerata, la cui esistenza è perpetua e prosegue in un loop
temporale infinito, durante il quale esso assume sia la forma
femminile che quella maschile. Un concetto meno confuso di quanto
possa sembrare. Immaginando che la testa dell’uroboro sia il
momento della nascita di questo individuo e che la punta della coda
sia il momento della sua morte il concetto diventa semplicissimo.
Predestination
è un intricato puzzle in cui, tuttavia, ogni pezzo riesce a trovare
la sua paradossale ma precisa collocazione. John ha salvato numerose
vite nel corso della sua carriera, ma ne ha distrutte altre per le
conseguenze del suo stesso lavoro, in un circolo vizioso in cui il
male e il bene convivono all’interno dello stesso uomo (e delle sue
varie declinazioni) e della stessa Agenzia Temporale Governativa che
– senza di lui – non sarebbe mai esistita.
Una
metafora di un libero arbitrio che sembra non esistere e –
contemporaneamente – un dilemma sull’identità e sull’origine
dell’esistenza stessa, sintetizzato dalla domanda esistenziale per
eccellenza: È nato prima l’uovo o la gallina?
Il
test delle macchie di Rorschach, è uno strumento di indagine della
personalità; esso sfrutta il meccanismo inconscio della proiezione,
in base al quale, di fronte ad un’immagine ambigua e poco
strutturata, il soggetto tende a proiettare su di essa il proprio
mondo interno fatto da fantasie, ricordi, e significati personali
piuttosto che osservarla in maniera oggettiva.
La
storia di questo test inizia con uno psichiatra svizzero, Hermann
Rorschach, che basa i suoi studi sulla percezione ritenendo di
poter discriminare uno stile percettivo caratteristico nei soggetti
patologici.
Un
ruolo non indifferente è stato giocato dal caso. Quando Rorschach
fece stampare le dieci tavole che aveva dovuto per economia
selezionare tra molte altre, ebbe la sgradita sorpresa di trovarvi
dei toni di grigio, delle sfumature che non erano negli originali e
che non voleva. Non potendo affrontare la spesa della ristampa
utilizzò quelle che ancora oggi, a più di 80 anni si utilizzano.
Col tempo, il test è divenuto il più diffuso e studiato strumento
diagnostico per la rilevazione del funzionamento della personalità.
l
test di Rorschach, che può essere categorizzato tra i test
psicodiagnostici della personalità viene utilizzato in ambito
clinico e giuridico per valutare alcuni aspetti strutturali legati
alla personalità e altri dinamici, ossia del perché un soggetto
funziona in un certo modo. Può essere in grado di dare indicazioni
ad esempio su: Disturbi d’ansia, Fobie, Disturbi dell’umore,
Disturbi depressivi, Psicosi.
“Un
guerriero non rinuncia a ciò che ama, ma trova l’amore in ciò che
fa”.
“Mi
definisco un guerriero di pace… perché le battaglie che
combattiamo sono al nostro interno”. Dan Millman
Basato
sulla storia vera di Dan Millman, Peaceful Warrior - il
Guerriero di Pace - porta un messaggio fondamentale all’umanità:la necessità di liberarsi
dalle trappole mentali e vivere nel qui e ora, perché solo questo
esiste.
Peaceful
Warrior Mette in luce i meccanismi limitanti della mente
basati sulla competizione, sull’odio e sulla paura.
Il
film parla di attenzione e intenzione, essere presenti nel momento,
Il QUI e ORA, attraverso l’allenamento del fisico,
dello spirito e mette in luce il modo in cui la mente può annebbiare
la nostra guida interiore e di come invece abbiamo dentro di noi un
potenziale limitato ponendo l’accento sul fatto che c’è molto di
più nella vita di ciò che abbiamo e rincorriamo per avere potere e
successo.
Un
susseguirsi di eventi contro, di persone contro, quello che
praticamente incontra ogni comune mortale nella sua vita quotidiana.
Questo
film è la manifestazione di come la nostra realtà è
impacchettata dentro una scatola: e noi vediamo solo la scatola.
E’
unfilm motivante e
coinvolgente, non solo per gli sportivi ma per chiunque abbia degli
obiettivi, dei sogni, nonché chi stia attraversando un periodo
difficile.
Il
messaggio principale del film, è l’importanza di liberare la mente
dalla spazzatura fatta dai molteplici pensieri intrusivi che ci
controllano, e che non hanno alcuna rilevanza in quanto si basano
solo su passato e futuro (ricordi, paure, blocchi, farneticazioni)
mentre tutto ciò che abbiamo è il momento presente ed è solo qui e
ora che dobbiamo agire, godendoci il momento, VIVENDO. Anche perché,
come dice Socrate, non abbiamo controllo su quello che può
capitarci, dunque, la sola cosa da fare è vivere nel presente e
goderselo, rendere il momento presente il migliore possibile, e
facendo il possibile per essere i migliori che possiamo essere.
We are the world – La canzione che
ha diffuso in tutto il mondo una
maggiore coscienza sociale nei confronti dei problemi del Terzo
Mondo.
… noi siamo il
mondo, noi siamo i bambini
noi siamo quelli
che un giorno renderanno il giorno più luminoso
(… ) è una
scelta che stiamo facendo, stiamo salvando le nostre stesse vite
è vero,
costruiremo giorni migliori, semplicemente io e te!
We Are the World
è un album del 1985 che contiene il brano We Are the World
del supergruppo di 45 artisti (per la maggior parte statunitensi)
guidati da Harry Belafonte, Kenny Rogers, Michael Jackson e
Lionel Richie.
USA for Africa
(United Support of Artists for Africa) era il nome sotto il
quale il Supergruppo ha registrato il singolo "We Are the
World" nel 1985. per raccogliere fondi per combattere la
fame in Etiopia.
All’inizio degli
anni Ottanta la situazione di alcuni paese africani, in particolare
dell’Etiopia e del Sudan, era disastrosa. Centinaia di migliaia di
persone avevano un bisogno disperato di cibo, medicinali e altri beni
di prima necessità.
Michael Jackson
è sempre stato un artista sensibile nei confronti delle persone che
soffrono: visitava in incognito i bambini malati negli ospedali e
regalava loro i biglietti per i suoi concerti. L’ex leader dei
Jackson Five è stato il maggior filantropo dello show
business, con 400 milioni di dollari donati a ospedali e a
orfanotrofi, come ha certificato il Guiness dei primati.
La canzone We Are
the World, scritta da Michael Jackson e da Lionel Richie, ha
raccolto 60 milioni di dollari per l'Etiopia. Fu numero uno
delle classifiche sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna
nell'aprile dello stesso anno.
I considerevoli
profitti ricavati dalle vendite andarono all'associazione USA for
Africa Foundation che li utilizzò per sopperire i gravi problemi
in Africa.
La sera del 25
gennaio 1985. quindi, i più grandi artisti della musica popolare
americana, tra cui Bruce Springsteen, Ray Charles, Bob Dylan, Stevie
Wonder, Paul Simon e Billy Joel, si ritrovarono a Hollywood, dove si
stavano svolgendo gli American Music Award, per incidere la
canzone.
Ad accoglierli un
cartello scritto dallo stesso Quincy Jones:“Siete
pregati di lasciare il vostro ego fuori dalla porta”.
La canzone fu incisa
il 28 gennaio 1985. La Columbia Records si accollò per intero le
spese di produzione e di distribuzione. We Are the World fu
pubblicata il 7 marzo 1985 in 800.000 copie, che andarono subito
esaurite. In trent’anni il singolo ha venduto 20 milioni di copie.
Il brano vinse il
Grammy Award come “canzone dell'anno", come
"disco dell'anno" e come "miglior
performance di un duo o gruppo vocale pop".
We Are the World
fu eseguita il 13 luglio 1985 in mondovisione come gran finale del
Live Aid, uno dei più grandi eventi rock di sempre, al John
F. Kennedy Stadium di Filadelfia davanti a 90.000 spettatori.
We are the world
non solo ha dato un notevole contributo economico alla causa
africana, ma ha diffuso in tutto il mondo una maggiore coscienza
sociale nei confronti dei problemi del Terzo Mondo.
Risultati che non hanno fermato le immancabili polemiche
sull’operazione, alle quali ha risposto lo stesso Quincy Jones:
“Chiunque voglia scagliare la prima pietra contro Usa for
Africa, può muovere il culo e cominciare a dare una mano. Dio solo
sa quanto c’è ancora da fare”.
The shift – Il
Cambiamento è un film dell’attore e regista statunitense Michael
A. Goorjian, ambientato negli Stati Uniti. Il protagonista principale
è Wayne Dyer, autore del famoso libro di auto aiuto “Le vostre
zone erronee”.
In questo film,
Wayne W. Dyer descrive il viaggio di evoluzione spirituale
dall'ambizione al senso: l'ego e le sue pretese materialistiche, che
siamo stati abituati ad assecondare influenzati dalla famiglia e
dalla società, viene messo a confronto con una vita basata sul senso
e focalizzata sul dare. Attraverso la parabola esistenziale dei tre
personaggi del film, Wayne W. Dyer insegna al pubblico come creare
una vita ricca di senso, con uno scopo elevato che li faccia sentire
parte del Tutto, e non frammenti isolati di una divinità remota.
Nel corso del film,
il Dr. Wayne Dyer farà da guida e maestro spirituale a diverse
persone appartenenti al contesto in cui lavora. Dopo qualche
chiacchierata e il susseguirsi di varie vicende, Wayne permetterà
alle persone di rendersi conto che la vita non è un fiume che segue
la corrente, ma, al contrario, ciascuno deve cercare la propria
strada, andando alla ricerca del suo vero io.
The shift – Il
cambiamento è un film per riflettere. Ci porta a chiederci se ci
troviamo davvero dove vorremmo stare, se stiamo davvero vivendo
oppure se ci stiamo lasciando sfuggire i nostri sogni e la nostra
felicità. Siamo noi i fautori della nostra vita, e tutto può
acquisire di nuovo significato se faremo in modo che ciò avvenga,
prendendo le redini della nostra esistenza, a modo nostro.
"Perché ciò che è
grande al mattino, sarà piccolo la sera.
E le verità del
mattino diventeranno le falsità della sera”. The Shift
La storia vera di Neale Donald Walsch, che in seguito a un incidente perse il lavoro, scivolando nell’indigenza e finendo per diventare un homeless.
Nella primavera del
1992, Neale Donald Walsch, deluso da una vita di continui fallimenti,
diede sfogo alla sua infelicità, mettendo per iscritto i suoi
pensieri e i suoi sentimenti. Decise di scrivere un'immaginaria
lettera a Dio in cui riversò una serie di domande cariche di rabbia:
perché la sua vita non andava? Che cosa avrebbe dovuto fare perché
funzionasse? Perché non riusciva a trovare la felicità? Etc. A un
tratto la penna cominciò a muoversi per conto proprio, come se una
mano invisibile guidasse la sua, e sul foglio si materializzarono le
risposte alle sue domande. Fu a quel punto che Walsch si rese conto
di soggiacere a una dettatura. Ebbe dunque inizio una conversazione
scritta. Una conversazione con Dio.
Il Dio che si rivela
attraverso le pagine di questa trilogia è un Dio inedito, lontano
dall'immagine cupa e severa che la religione ha consegnato
all'umanità. Un Dio che non giudica e che non impone regole,
obblighi, divieti; che non infligge castighi, ma concede soltanto
perdono. Un Dio che parla di amore e libertà incondizionati e che si
scaglia con ira contro la religione - fatta da uomini miseri e
assetati di potere - rea di averne traviato il pensiero e la figura.
Un Padre generoso che accompagna i suoi figli nella comprensione
della vita e dispensa consigli utili per godere appieno dei lati
positivi dell'esistenza.
Un Dio trasparente,
privo di segreti e misteri, disponibile a parlare di tutto e senza
peli sulla lingua. Un Dio poetico, scherzoso e anche un po'
comunista. Un Dio del quale non ci si può non innamorare.
Diverse volte nel
corso dell’esistenza, soprattutto nei momenti di sconforto, l’uomo
vorrebbe comunicare con Dio, rivolgergli le domande più semplici
eppure più urgenti, domande che hanno accompagnato il cammino
dell’umanità: chi siamo, esiste l’al di là, cielo e inferno,
l’apocalisse, la morte dei cari e via dicendo.
Tutto ciò Whalsch
ha chiesto a Dio e, per di più… Dove è andato a finire quel
farabutto di Hitler?.
E… con stupore per
tutta l'umanità, Dio ha risposto. Veramente.
Nel best seller
“Conversazione con Dio” l’autore Neale Walsch, con
straordinaria semplicità di stile, instaura un dialogo con Dio
apparentemente impossibile, che ha cambiato la vita di milioni di
persone in tutto il mondo, trovando finalmente la chiave del segreto
in grado di aprirci la porta per una conoscenza più ampia di noi
stessi e degli altri.
“Qualche anno fa
iniziai a ricevere delle risposte alle mie domande sull’abbondanza,
sul denaro e su ciò che molti chiamano il giusto modo di vivere.
Credo che provenissero direttamente da Dio. Ricevendole, ne restai
così impressionato che decisi di scriverle” -Neale Donald Walsch
Neale Donald Walsch
è un messaggero spirituale dei nostri giorni le cui parole
continuano a toccare il mondo in maniera molto profonda.
Vive ad Ashland
nell’Oregon (USA) con la moglie Nancy assieme alla quale ha fondato
Conversations with God Foundation, un’organizzazione
non-profit il cui scopo è diffondere il messaggio di pace e
serenità contenuto nei suoi scritti.
Walsch è diventato
un autore molto apprezzato con la trilogia “Conversazioni con Dio”,
un caso editoriale mondiale.
Di
che cos'è fatto un pensiero? Di che cos'è fatta la realtà?
E
soprattutto, come può un pensiero modificare la natura della realtà?
Bleep
è un film illuminante, è un film che fa pensare. Tenta di
rispondere a tutti quei quesiti di matrice esistenziale che ognuno di
noi si pone ogni giorno, più o meno consapevolmente. E apre la
strada ad altre possibilità di visione del mondo, della realtà e di
tutto ciò che ci circonda, noi compresi.
Dalla
sua uscita ha avuto un enorme successo in tutto il mondo ed è stato
insignito di molti premi, tra cui Miglior Documentario dell’Anno al
Festival del Film Indipendente di Ashland, 2004; Premio Platino Remi
allo Houston Festival del Film Indipendente, 2004; Premio per il
Documentario dal Pensiero Più Provocatorio al Festival del Film
Indipendente di Sedona, 2004, DVD Sorpresa dell’Anno! Amazon.com,
2005.
Gli
interrogativi che Bleep propone già dai primi fotogrammi non
sono da poco: Chi siamo? Da dove veniamo? Dove dobbiamo andare?
Perché siamo qui? Cosa può fare il pensiero? Cos’è la realtà?
Esistono più realtà? Ed esistono tutte simultaneamente?
È
il fisico Amit Goswami a introdurci nel vivo del tema del
film, cioè la fisica quantistica e il rapporto che intercorre tra
noi e la realtà che ci circonda. La fisica quantistica, dice
Goswami, è la fisica delle possibilità. Questa nuova fisica
ci insegna che una particella esiste contemporaneamente in una
sovrapposizione di possibili stati. Nell’istante in cui la guardi
si colloca in uno solo di questi, tra tutti quelli possibili.
Secondo
Bleep, dunque, il mondo è fatto da possibili strisce di
realtà, che in potenza esistono tutte contemporaneamente, finché
non ne scegliamo una. Siamo abituati a pensare che tutto ciò che ci
circonda siano cose che esistono senza il nostro intervento, dice
Goswami, ma il mondo materiale intorno a noi non è altro che il
risultato di possibili movimenti di coscienza. Di volta in volta, tra
tutti i possibili movimenti, ne scegliamo uno per manifestare la
nostra esperienza. Quindi, per abbandonare questa abitudine, non
dobbiamo pensare in termini di cose, ma di possibilità.
L’interfaccia
tra noi e la realtà è il nostro cervello, al quale abbiamo posto
dei limiti. Infatti, noi vediamo solo ciò che crediamo sia possibile
eliminando così la maggior parte delle informazioni che arrivano al
cervello. Rispondiamo a schemi già presenti dentro di noi a causa
dei nostri condizionamenti, finendo così per scegliere sempre la
stessa realtà tra le infinite possibili, cosa che fa Amanda per
tutta la prima parte del film.
La visione
dualistica - l’idea dell’”io” -
alimenta una visione duale della vita, nella quale ci identifichiamo
appunto come parte di essa, distinta e separata, quando invece siamo
la vita stessa che si manifesta.
“Tutto su
niente” - titolo originale Win It All - è un film
olandese sulla Non – Dualità che invita a riflettere sulla corsa
al successo “mondano”, grazie a una visione della vita
completamente diversa da quella che la società ci condiziona ad
accetare e promuovere.
Quella antica
filosofia dell’India, che si chiama Advaita, o non-dualità,
è abbracciata, tra l’altro, da Albert Einstein, Jim Carrey,
Eckhart Tolle, Ramana Maharshi, Nisargadatta Maharaj, Ramesh
Balsekar, Byron Katie, Tony Parsons, Avasa, Rupert Spira…
Quando si è colpiti
da quella intuizione, secondo la quale non siamo gli agenti –
inteso come individui – di ciò che accade, tutta la vita può
cambiare radicalmente… mentre niente “deve” essere cambiato…
e non c’è proprio “nessuno” che possa cambiare alcunchè.
“L’inizio
della libertà è la realizzazione che tu non sei «colui che pensa».
Il
momento in cui cominci ad osservare colui che pensa, si attiva un
livello di coscienza più alto.
Incominci
a renderti conto che esiste un vasto regno di una intelligenza al di
là del pensiero e che il pensiero è solamente un minuscolo aspetto
di quell’intelligenza.
Ti
rendi anche conto che tutte le cose che hanno veramente importanza –
bellezza, amore, creatività, gioia, pace interiore – nascono al di
là della mente.”
Il
momento presente - o “Hic et Nunc” – è l’unico
momento reale che esiste. ORA è un eterno momento, inafferrabile,
poiché un attimo prima è passato e un attimo dopo non c’è
ancora, QUI sei tu.
In
questo “presente” possiamo vivere la nostra vera natura e
comprendere che è l’unico momento per scoprire chi siamo
veramente.
In
questo momento di presenza, sarà possibile realizzare che non siamo
“colui che pensa”, dal momento che possiamo osservarlo. Se
possiamo esserne il testimone, significa che non siamo quello – e
da qui inizia il risveglio, poiché comprendiamo che siamo molto di
più del nostro corpo e della nostra mente.
Un programmatore di
realtà virtuale ricrea la Los Angeles del 1937 su un chip da
computer, ma quando si ritrova coinvolto in un crimine deve superare
i confini tra il mondo reale ed quello che lui stesso ha creato.
Basato, in parte,
sul romanzo Simulacron-3 di Daniel F. Galouye e uscito lo stesso anno
di Matrix, Il tredicesimo piano è un bellissimo gioco di scatole
cinesi e realtà virtuali, ingiustamente passato inosservato,
nonostante sia capace, senza eccessivi effetti speciali, di
risultare, agli occhi di un attento spettatore, un viaggio virtuale
nel noir e nella cyber sci-fi che richiama astutamente Blade Runner,
Philip K. Dick e i suoi ipotetici androidi che sognano pecore
elettriche.
La pellicola diretta
da Josef Rusnak è complesso, credibile e offre generosi suggerimenti
sulla tematica della creazione di realtà parallele e, in questo
caso, virtuali. Gioca tra ambientazioni temporali differenti, salta
tra passato, presente e futuro riproducendo scene e set di film noti,
a partire dagli interni che richiamano palesemente l’appartamento
di Deckard in Blade Runner e ipotizzando, con schemi ben precisi, le
fondamenta di mondi virtuali e poi di simulazioni nella simulazione.
In numerose scene,
l’idea della strada da percorrere dà la percezione di un viaggio
verso la conoscenza di se stessi e della propria origine. Si ipotizza
da sempre l’esistenza di infinite possibilità, di infiniti mondi
paralleli, ma se, invece di essere paralleli, fossero contenuti l’uno
nell’altro?
La
nostra percezione del mondo ha sulla nostra salute un'influenza molto
più profonda e potente di qualsiasi medicina: la scienza di
frontiera ci sta dicendo che ognuno di noi possiede innate e
straordinarie capacità di autoguarigione.
Bruce Lipton
La nuova scienza sta
riecheggiando l’antica verità che la mente umana è la prigione
ultima. Programmati nel campo informazionale della mente vivono dei
comportamenti che ci legano e ci reprimono come manette e catene.
Come il cucciolo di elefante che impara erroneamente di non poter
spezzare il laccio che lo lega, anche noi spesso siamo legati nei
“no”, una matrice di credenze negative che ci fanno pensare di
essere incapaci di realizzare i nostri sogni o compiere il nostro
destino.
Molte persone
cercano la libertà personale divorando coscientemente e
diligentemente un libro di self-help (o auto-aiuto) dopo l’altro,
soltanto per sentirsi più scoraggiati e privi di risorse. In qualche
modo le grandi idee sulla carta troppo spesso non riescono a
materializzarsi nella vita. Il problema si ricollega al fatto che,
anche se i contenuti del libro sono letti e compresi dalla mente
conscia, raramente le informazione si integrano nei programmi di
controllo del comportamento preesistenti nel subconscio o li
modificano.
Il primo passo
immensamente liberatore consiste nel capire davvero che ciascuno di
noi, indipendentemente da quanto spiritualmente evoluti immaginiamo
di essere, agisce attraverso comportamenti ombra ampiamente
invisibili. Quando capiamo in quale misura il nostro comportamento è
inconsciamente controllato dalle credenze altrui, ciascuno di noi può
legittimamente essere liberato dalle catene...
Dal libro di
Bruce Lipton e Steve Bhaerman Evoluzione Spontanea (Macro Edizioni,
2011)
Il Dr. Bruce Lipton,
biologo cellulare, autore e ricercatore, è stato professore
associato di anatomia alla Scuola di Medicina dell’Università del
Wisconsin, dove ha partecipato al curriculum medico come ricercatore
di biologia cellulare ed istologia. La sua ricerca di laboratorio
sulla distrofia muscolare si è concentrata sulla biochimica delle
cellule muscolari umane clonate.
“C’è
una cosa dentro di te che non conosci e di cui negherei l'esistenza.
Finché non sarà troppo tardi per farci qualcosa”. Jake
Green
Un fantastico film –
(2005) - che mette a nudo ciò che davvero è l’ego e quale ruolo
gioca nel renderci schiavi, di quanto sia importante nella nostra
esperienza; tutto ciò si rivela tramite una storia che
appassionerebbe chiunque. 1984 Mostra come sia facile per il governo
riscrivere la storia a proprio piacimento e di come possa controllare
tutto ciò che diciamo, pensiamo e proviamo; usa una versione
rovesciata delle parole sull’amore e sulla libertà per controllare
completamente la realtà, mentre il potere permane nelle mani di
pochi. Inoltre fa riflettere sul fatto che la paura della solitudine
sia sufficiente a convincere le persone non solo a supportare, ma
anche a promuovere il sistema che li rende schiavi.
Un viaggio
introspettivo nella mente umana, su come funziona e quali sono le
metodiche che la controllano. Il film mette più volte l'accento sul
fatto che in realtà l'uomo è senza controllo, egli crede di fare
delle scelte, ma è sempre l'ego a scegliere per lui.
La scena
nell'ascensore è il messaggio che attraverso i millenni più persone
hanno tentato di comunicare e in questo film viene fatto in maniera
sublime. Solo quando Green riesce a comprendere che suoi due angeli
custodi fanno in realtà parte di se stesso, solo in quel momento
comprende che ha vissuto in balia di un nemico che per anni si è
nascosto nell'ultimo posto in cui lo si sarebbe cercato.
Nemico che viene
battuto solo quando riesce a capire chi è e dove si trova, cosa che
a Macha non succede e, quindi, viene battuto a sua volta (da notare
che non lo uccide Green, ma è Macha stesso a togliersi la vita). -
Ottimo
film che evidenzia ciò
che ogni uomo potrebbe raggiungere sviluppando i propri sensi innati.
È
un film di genere avventura del 2006, diretto da Armand
Mastroianni, con Matthew Settle e Thomas Kretschmann.
Distribuito da MEDUSA.
È
basato sul romanzo di James Redfield e consiglio a tutti di
vedere, almeno una volta e con mente aperta.È
talmente avanti che non tutti riusciranno a capirlo.
Il
protagonista, sulle tracce di un antico manoscritto trovato in Perù
che custodisce le nove chiavi della conoscenza per comprendere il
senso dell’esistenza, riesce a risvegliare i suoi poteri e ad
accedere alla bellezza e alla totalità di ciò che abbiamo davanti
in ogni istante.
Queste
pergamene profetizzano un nuovo risveglio che ridefinirà la vita
degli uomini e porterà sulla terra una cultura fondata sulla
spiritualità.
L’essere
umano ha come un velo che gli impedisce di vedere “il paradiso che
è già in mezzo a noi”. Tutto è energia, e le coincidenze non
sono un caso.
Mostra la follia della nostra società attuale, di come siamo totalmente sconnessi da ciò che ci circonda: dalla natura, dalle altre persone, da ciò che mangiamo, ecc. Il pianeta verde mette in luce il paradosso dello stile di vita moderno cercando di risvegliare l’interconnessione tra gli esseri umani e quanto l’esperienza umana si sia allontanata da questa connessione. Si concentra sulla semplicità e sulla pace che intrinsecamente provengono da un pianeta basato sull’amore e sull’unicità. Gli
abitanti del Pianeta Verde sono esteriormente identici agli uomini,
ma, progrediti nella scienza e dotati di una saggezza superiore, sono
liberi dalle passioni e hanno da tempo rinunciato al superfluo,
appagandosi delle infinite risorse del pensiero. Il film completo è disponibile su Vimeo - https://vimeo.com/29255063 L'Espansione della Coscienza Fonte: https://www.rqi.me https://informaridendo.blogspot.com/