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domenica 29 dicembre 2019

Le cose che ti cambiano la vita in meglio

           “La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario”




Se non apporti cambiamenti dentro di te, non potrai cambiare la realtà fuori di te.
Per trasformare la tua vita non ti basterà cambiare lavoro, amicizie, o qualsiasi cosa all’esterno, il vero cambiamento sarà quello che apporterai dentro di te…e ogni cosa cambierà di conseguenza!

Ormai è scientificamente dimostrato dalle ultime avanguardie della fisica quantistica, che il pensiero interagisce con la materia. Oggi la fisica si congiunge alla scienza spirituale, dimostrando che è la coscienza che genera la materia.
Il vero cambiamento, quindi, deve avvenire a livello di coscienza; quando la nostra consapevolezza inizia a cambiare, inizieranno a cambiare anche i nostri pensieri. Nella misura in cui cambieranno i nostri pensieri, cambieranno di pari passo le nostre azioni, e di conseguenza la nostra realtà.
Agendo quindi sulla nostra consapevolezza possiamo trasformare la nostra realtà.

Le vere catene sono quelle mentali, finché non le spezzi non sarai libero”.

Cambiare punto di vista
Dobbiamo iniziare a vedere le cose da una prospettiva differente da quelle che finora hanno condizionato il nostro modo di vedere il mondo. Iniziamo a capire che sono gli occhi che guardano, nel senso che la realtà può assumere significati e aspetti differenti, in base ai propri occhi, alla propria consapevolezza.
Tuttavia “cambiare” non significa che c’è qualcosa che non va bene, non vuol dire cancellare o rimuovere, ma piuttosto trasformare, ampliare, elevare.
Per cui, il primo passo da fare è ampliare il nostro punto di vista, aumentare le nostre conoscenze, espandere la nostra consapevolezza. Cerchiamo di smascherare le illusioni che abbiamo costruito nella nostra mente.

Cambiare atteggiamento
Quando cambiamo modo di vedere le cose, avviene un cambiamento anche nel modo di porsi verso se stessi e gli altri. Iniziamo ad avere la consapevolezza che la responsabilità della realtà che viviamo è la nostra, e allo stesso modo abbiamo il potere di cambiare la nostra vita.
Però non possiamo cambiare la nostra vita se continuiamo ad avere lo stesso atteggiamento che abbiamo avuto finora. Dobbiamo quindi individuare quelle attitudini e quegli schemi che stanno creando dolore nella nostra vita e trasformarli grazie ad un atteggiamento diverso, presente e consapevole.

Cambiare le abitudini
La volontà e la disciplina nel voler attuare dei cambiamenti nella nostra vita ci permetterà di modificare le abitudini che ci limitano e non ci rendono davvero felici. Avremo bisogno di una buona dose di coraggio e fiducia, qualità indispensabili per poter cambiare abitudini molto radicate dentro di noi.
A volte, uscire dalla famosa “confort zone”, dove tutto è piacevolmente programmato e prestabilito, è difficile, ma assai più pericoloso sarebbe rimanerci a vita.
Più che “cambiare” le nostre abitudini, dobbiamo stare attenti a non esserne attaccati, visto che quanto più si sviluppa l’attaccamento, più si crea sofferenza nella separazione da esse.

Cambiare “spirito”
Spesso il cambiamento fa paura e questa emozione ci blocca, impedendoci di fluire nel cambiamento ed essere entusiasti. Il problema è che diamo alle emozioni il potere di condizionare la nostra vita, poiché siamo immedesimati con esse. Tuttavia, possiamo imparare a gestire le emozioni in modo diverso e ad elevarci, cercando di imparare a vivere emozioni superiori.

In realtà, non stai provando emozioni che devi cambiare perché non vanno bene, semplicemente puoi cercare di comprendere che non sei schiavo delle tue emozioni. Potresti provare a concederti la possibilità di scoprire la tua vera natura spirituale, sei l’anima non la mente!
Quando accedi alla sfera più essenziale di te, nella dimora dello Spirito, inizi a vivere con uno spirito diverso, più gioioso e in un modo più profondo. Per accedere a questa dimensione puoi iniziare a sviluppare una maggiore apertura del cuore e una migliore presenza. Capirai che sei in contatto con te stesso, quando ti sentirai entusiasta!

Cambiare “vibrazione”
In termini scientifici, per cambiare la realtà che attraiamo nella nostra vita, dobbiamo cambiare la nostra frequenza. Nel senso che occorre un cambio vibrazionale, un salto quantico della coscienza. Secondo la legge di attrazione, attraiamo nella nostra vita le persone e le situazioni con le quali “entriamo in risonanza”, per cui cambiando la nostra vibrazione, entriamo in risonanza con una realtà diversa che vibra alla nostra nuova frequenza.

La fisica quantistica oggi ci dice che l’intero Universo è fatto di molecole, le quali possono assumere lo stato di onda o quello di particella. Fino a che non vengono osservate, rimangono sotto forma di onda, ma nel momento in cui entra in gioco l’osservatore consapevole, l’onda collassa (assumendo lo stato di particella) in quella che noi chiamiamo “realtà”.

Per dirla in parole più semplici, l’Universo dei quanti è l’universo delle infinite possibilità, nel quale tutto esiste inizialmente come possibilità. Infatti quando sognano o immaginiamo qualcosa, non facciamo altro che creare la possibilità che quella realtà si renda manifesta nella nostra vita. Potremmo dire che in qualche modo lo abbiamo creato a livello di possibilità, ma ancora non è manifestato nella nostra “realtà” materiale.

Quindi, più che cambiare se stessi, dobbiamo semplicemente ritrovare noi stessi e capire chi siamo, fluire nella nostra naturale evoluzione in tutti gli aspetti: nel corpo, nella mente e nello spirito.


https://www.visioneolistica.it/

giovedì 19 dicembre 2019

La Scienza spiega la Chimica dell’Amore

La Scienza Dimostra che Puoi Far sì Che Qualcuno S’innamori di Te




"Ci sarà sempre la magia di amare, ma la conoscenza è potere. Se sai chi sei, cosa cerchi e come puoi amare gli altri, è possibile catturare quella magia, trovare e mantenere il vero amore, e realizzare i tuoi sogni". Helen Fisher

La chimica può “spiegare” l’amore? Si possono ricondurre sensazioni romantiche e passionali all’azione di una molecola?

Serotonina, norepinefrina e dopamina sembrano esercitare un ruolo molto importante nell’innesco della passione amorosa.
L’amore con tutte le sue caratteristiche (pensiero invadente, energia intensa, esaltazione della persona amata e sbalzi d’umore solo per citarne alcune) sarebbe determinato da bassi livelli di serotonina nel sangue. Gli stessi livelli di serotonina sono presenti nelle persone ossessivo-compulsive e questo spiegherebbe come mai non possiamo fare a meno di pensare alla persona che amiamo.

La fase dell’attrazione è caratterizzata, inoltre, dalla presenza di alti livelli di dopamina e di norepinefrina. Gli alti livelli di questi due neurotrasmettitori causano sensazioni di euforia, perdita dell’appetito, insonnia e attenzione focalizzata. La stessa cosa accade nel mondo degli animali non umani durante la scelta del partner. La dopamina è la maggiore responsabile del sentimento amoroso. Essa è cruciale nel sistema di ricompensa e motivazione del cervello.

Saremmo, dunque, vittime impotenti di un istinto biologico. L’emozione dell’amore sarebbe un impulso al pari della fame e della sete. Esattamente, come quando si ha fame alcuni segnali interni inducono a mangiare per ripristinare l’equilibrio dell’organismo, allo stesso modo esistono segnali che ci rendono disponibili ad una relazione amorosa.

Nella fase di infatuazione sembra, inoltre, che parti del cervello che hanno a che fare con il giudizio sociale e le emozioni negative siano inibite. Questo ostacolerebbe di molto la nostra capacità critica, tanto da idealizzare la persona oggetto del nostro amore che vediamo attraverso “occhiali tinti di rosa”, rimanendo beatamente inconsapevoli dei suoi difetti. La fase dell’infatuazione dura un minimo di sei mesi e tende a svanire dopo tre anni di relazione. A meno che non la si viva nella fase dell’adolescenza.

Uno dei motivi che rende l’adolescenza un percorso accidentato è che gli adolescenti sperimentano la fase dell’attrazione in maniera più forte rispetto agli adulti e non riescono a passare alla fase successiva, ossia a quella dell’attaccamento.

C’è un ordine nelle reazioni chimiche negli innamorati?
È possibile rintracciare la risposta seguendo il corso della storia evolutiva propria delle creature umane. Una storia che è caratterizzata dallo sviluppo di tre sistemi cerebrali, tre chiavi d’accesso per rendere possibili i comportamenti finalizzati alla riproduzione. 

Faccio riferimento agli studi dell’antropologa cognitiva di Helen Fisher, della Rutgers University nel New Jersey, che studia l’amore da trentacinque anni. La Fisher individua nell’amore tre fasi distinte: il desiderio (o libidine), l’attrazione (amore romantico) e l’attaccamento. Ciascuna di esse coinvolge distinti sistemi cerebrali caratterizzati da una specifica biochimica. 
La libidine spinge ciascun individuo alla ricerca di un rapporto sessuale. In questa fase a farla da padrone sono il testosterone negli uomini e gli estrogeni nelle donne. 

Il ruolo dell’attrazione romantica è, invece, quello di direzionare e focalizzare questa attenzione indifferenziata verso un individuo particolare. 
Responsabili di questa fase sono tre potenti sostanze chimiche: adrenalina, dopamina e serotonina. Solo successivamente entra in gioco l’attaccamento uomo-donna evolutosi per garantire protezione, sicurezza e cure adeguate alla prole. In questa fase ci vengono in aiuto le endorfine e ormoni come l’ossitocina e la vasopressina. 
Il rilascio delle endorfine è stimolato da rapporti stabili nel tempo. Le endorfine creano la sensazione della dipendenza, in maniera tale che se il nostro partner è lontano desideriamo che torni. (Domenica Bruni - Scienze cognitive.)


domenica 8 dicembre 2019

Telomeri e Longevità - scoperto l'elisir di lunga vita

                                                            Rallentare l’Invecchiamento




Elizabeth Blackburn è stata premiata per aver scoperto che l’invecchiamento è legato ai telomeri, i “cappucci” che proteggono le punte dei cromosomi.
E qui spiega come farli durare di più.

Osservando al microscopio il Tetrahymena la biochimica australiana Elizabeth Blackburn ha trovato la data di scadenza che tutti gli animali, uomo compreso, portano scritta nelle loro cellule. Insomma, il segreto dell’invecchiamento cellulare. Una scoperta che le è valsa il premio Nobel nel 2009, e che oggi è il fondamento di una nuova scienza della longevità

Tutto parte dal mistero risolto dalla Blackburn: a cosa servono le estremità finali dei cromosomi, dette telomeri? La scienziata ha capito che quelle strane sequenze ripetute di basi di Dna che “incappucciano” le estremità dei cromosomi – che nel 1971 il biologo russo Alexey Olovnikov battezzò “telomeri”, dal greco tèlos, fine, e mèros, parte – hanno la stessa funzione dei cilindretti di plastica alle estremità dei lacci da scarpe: proteggono il “laccio” a doppia elica del Dna e gli impediscono di sfilacciarsi durante momenti delicati e instabili come le divisioni cellulari.

Col passare del tempo, le nostre cellule continuano a dividersi rinnovando gli organi e i tessuti. Ma – a meno di non essere cancerose – non possono farlo all’infinito: prima o poi non riescono più. A quel punto, sono invecchiate: perdono molte delle loro funzioni (i globuli bianchi non riescono più a identificare gli invasori da aggredire, per esempio) e muoiono, causando anche l’invecchiamento degli organi. L’invecchiamento di una cellula dipende dai suoi telomeri: a ogni divisione cellulare, i telomeri delle cellule figlie sono più corti rispetto a quelli della cellula madre, e così via. Quando questi continui sminuzzamenti rendono il telomero un moncherino quasi inesistente, la cellula non si divide più

«In realtà io e il mio team abbiamo scoperto che esiste un piccolo bricoleur che ripara le punte dei cromosomi: è un enzima che abbiamo chiamato telomerasi. Provvidenziale, perché – in certe condizioni – permette ai telomeri di riallungarsi, posponendo, così, la morte delle cellule. È proprio per questo motivo che mentre ha senso commissionare l’analisi del genoma, dove i geni che vengono sequenziati non cambiano, oggi è inutile far analizzare i propri telomeri: possono variare nel tempo, anche nel giro di pochi mesi».

Come si evita che i telomeri si accorcino troppo?
«Da un lato stando attenti a ciò che li fa accorciare, e dall’altro conoscendo ciò che, appunto, può aumentare la produzione dell’enzima telomerasi. A oggi è ancora impossibile produrre un “elisir di giovinezza” che alzi artificialmente la telomerasi, perché si rischia che le cellule non smettano più di dividersi, ossia il cancro. Si può però puntare su una difesa naturale dei telomeri. Ad esempio con l’esercizio fisico: uno studio su 1.200 coppie di gemelli, che ci permette quindi di isolare gli effetti dell’esercizio fisico dai fattori genetici, mostra che il gemello più attivo ha telomeri più lunghi di quello inattivo. Le cause possono essere molteplici. Una di queste è un ormone che i muscoli rilasciano dopo l’esercizio fisico, l’irisina: brucia i grassi e protegge le ossa. L’attività fisica, inoltre, incrementa l’azione rigeneratrice della telomerasi. Abbiamo visto che anche un esercizio moderato, come quello della bicicletta, eseguito tre volte la settimana per tre quarti d’ora, in sei mesi raddoppia l’attività della telomerasi».

Quanto aiuta la restrizione calorica – quella delle “diete lampo” di oggi che comprendono anche il digiuno – ad allungare i telomeri?
«È inutile focalizzarsi sulle calorie. A contare è ciò che si mangia: una dieta con basso contenuto di zuccheri migliora la nostra salute metabolica interna, che è più importante del peso. Non sono certo l’unica a tessere l’elogio della dieta mediterranea, ma caso vuole che sia proprio il tipo di dieta che aiuta i telomeri, soprattutto per via degli Omega-3».



sabato 30 novembre 2019

La Morte Non Esiste se non sotto forma di pensiero!

Pensiamo che la vita sia solo l’attività degli acidi nucleici e delle proteine? Viviamo un po’ per poi marcire nel terreno?”






La “teoria del biocentrismo”, sostenuta dal Professor “Robert Lanza, afferma che la morte come noi la conosciamo, è un’illusione creata dalla nostra stessa coscienza. Egli ritiene che è la nostra coscienza a creare l’universo, e non il contrario, e una volta che accettiamo che spazio e tempo siano solo “strumenti della nostra mente”, la morte non può esistere in alcun senso reale.

Come esseri umani noi crediamo nella morte, perché ci è stato insegnato che si muore, o più precisamente, la nostra coscienza associa la vita al corpo fisico… e sappiamo che i corpi, prima o poi, muoiono.
Quando moriamo la nostra vita diventa un “fiore perenne che torna a fiorire nel multiverso, la vita è un’avventura che trascende il nostro modo ordinario di pensare”.

La domanda che si è posto, quindi, è: la coscienza si è evoluta da complessi algoritmi o è il contrario?

Il biocentrismo è il credere che la vita e la biologia siano centrali nella realtà, e che siano queste a creare l’universo, non il contrario. Ciò suggerisce, quindi, che sono le coscienze stesse delle persone a determinare forma e dimensioni degli oggetti nell’universo.

Quello che vediamo non potrebbe esistere senza la coscienza”, ha spiegato Lanza. “La nostra coscienza ha un proprio senso del mondo”. Osservare l’universo dal punto di vista della biocentrica, significa anche considerare che spazio e tempo siano solo semplici strumenti della nostra mente. Secondo le considerazioni relative agli esperimenti di fisica quantistica, tutta la nostra esperienza sensoriale non è altro che un vortice di informazioni che si verificano nella nostra mente. Se questa concezione di spazio e tempo viene accettata, significa allora che la morte non esiste.

Va da sé che qualsiasi persona dotata di buon senso si porrebbe questa domanda: se esiste un Dio perché con qualcuno è bravo e con altri no? Indubbiamente le filosofie orientali possono rispondere alla domanda con una semplice parola: karma. Ma questo presuppone che ci siano diverse vite e non solo una. E secondo alcuni scienziati ci sarebbe la prova che le nostre vite non finirebbero mai, semplicemente perché la morte non esiste.

La morte, infine, è solo il frutto del nostro pensiero. Non esiste, probabilmente come non esiste tutto il resto.
La morte, in pratica, non esiste se non sotto forma di pensiero. Siccome siamo abituati a identificarci attraverso il nostro corpo, quando esso non ci sarà più (pensiamo) noi svaniremo nel nulla. Ma le prove dimostrano il contrario: il nostro corpo – quando è in vita – riceve una sorta di segnali esattamente come fa un decoder per trasmettere le nostre trasmissioni preferite. Quindi ovunque saremo – o qualunque corpo avremo dopo – tali segnali ci accompagneranno sempre.




https://www.fisicaquantistica.it/

giovedì 21 novembre 2019

Gli Universi Paralleli esistono veramente?





 Potrebbero esistere altri mondi, almeno in teoria, in cui - un po' come nel film Sliding Doors (1998, Stati Uniti e Gran Bretagna, regia di Peter Howitt) - nostri alter-ego in tutto e per tutto uguali a noi conducono vite 'parallele'? Si tratta di una domanda che da molti anni viene posta non solo dalla letteratura fantascientifica, ma anche dal mondo accademico.

La presenza di universi paralleli potrebbe essere spiegata con le infinite esplosioni avvenute subito dopo il Big Bang, che avrebbero dato vita a questi altri mondi. All’interno di questa cornice, gli universi potrebbero essere misurabili con complesse formule matematiche a partire dalla radiazione cosmica di fondo, una sorta di impronta dell’universo appena nato che terrebbe traccia di questi universi. E questo darebbe prova dell’esistenza del multiverso.

Secondo Stephen Hawking, esistono innumerevoli copie di noi stessi in innumerevoli altri universi dove la nostra vita è solo leggermente, o magari completamente diversa da quella che conosciamo. Ma potrebbero esserci anche universi dove la vita non esiste affatto, perché le leggi della fisica possiedono valori che non la rendono possibile. Negli ultimi trent’anni gli scienziati hanno accumulato indizi a favore della congettura del “multiverso“, secondo cui esisterebbe un numero enorme, se non infinito, di universi. Una volta dominio della fantascienza, questa congettura potrebbe oggi spiegare tante stranezze della scienza, come i particolari valori delle costanti fondamentali, il Big Bang, le bizzarrie della fisica quantistica, la natura ultima della realtà.

Può sembrare fantascienza, eppure i fisici teorici studiano questi scenari da almeno 50 anni, ed esistono complicati ed eleganti calcoli matematici in grado di descriverli. Secondo l’ultima formulazione, appena pubblicata su “Physical Review X” da un team dell’University of California a Davis, e della Griffith University australiana, non solo gli universi paralleli esisterebbero davvero, ma potrebbero persino interagire.

Secondo lo strano mondo della meccanica quantistica, abitato da atomi e particelle, esiste un universo in cui questo articolo non è mai stato scritto. E, a un tempo, un altro mondo in cui è possibile leggerlo e commentarlo. 
Bizzarrie della realtà a livello dei suoi costituenti più intimi, governata da fenomeni che hanno fatto storcere il naso persino ad Albert Einstein, come la teoria del multiverso, in base alla quale esisterebbe una pluralità di universi paralleli, al punto che ogni decisione che ciascuno di noi prende in questo mondo ne creerebbe di nuovi. Secondo questa interpretazione, ci sarebbe, ad esempio, un mondo in cui il Terzo Reich è uscito vincitore dalla II guerra mondiale, e un altro in cui Hitler è uno sconosciuto pittore.
Ma sarà mai possibile riuscire a dimostrare l’esistenza di altri universi, lì fuori?



http://www.robertopaura.it/libri/universi-paralleli/

giovedì 14 novembre 2019

Sconfiggere stress e ansia? Floating Therapy è la nuova frontiera del benessere

Terapia del Galleggiamento






Floating Therapy –  è la nuova frontiera del wellness

La vasca di deprivazione sensoriale, chiamata anche vasca di isolamento o vasca di galleggiamento, è uno strumento inventato dal Dr. John Lilly alla fine degli anni Cinquanta per lo studio della deprivazione sensoriale.

Egli cercò di trasformare questa vasca in uno strumento in grado di ridurre al minimo gli stimoli esterni. Scoprì che, con il galleggiamento, il cervello tendeva a indurre uno stato onirico profondo nella persona. Successivamente ai suoi studi, la vasca di deprivazione sensoriale divenne uno strumento diffuso per raggiungere rilassamento, benessere e introspezione interiore. Consente di ridurre lo stress fisico e mentale, eliminare i dolori articolari e muscolari e purificare il corpo nel modo più semplice e naturale: lasciandosi galleggiare in una vasca/room priva di suoni, luci e qualsiasi altra tipologia di contatto.

Studi scientifici dimostrano che un’ora di galleggiamento equivale a 4 – 6 ore di profondo e rilassato sonno. Per tale motivo, la vasca di galleggiamento viene anche definita vasca di deprivazione sensoriale poiché tutti e cinque i sensi vengono “sommersi” e per un momento smettono di svolgere la propria funzione abituale.

Viene riempita, di 20cm, di una soluzione satura di sale solfato di magnesio e mantenuta costantemente alla temperatura di 36,5°C. Questo elemento oltre ad avere proprietà miorilassanti, elimina l’azioni di gravità, tenendo il corpo quasi sospeso.

Lo status di calma che si crea, una volta immersi, sviluppa la sfera cognitiva e la concentrazione, aumenta la produzione di endorfine e riduce l’accumulo di cortisolo. Inoltre la soluzione satura aiuta a drenare le tossine in eccesso e a favorire l’ossigenazione dei tessuti tramite una migliore circolazione del sangue.

I benefici osservati dai ricercatori nel corso dei loro studi relativi al Floating, risultano essere molteplici e di svariata natura, dimostrando come si tratti di una pratica estremamente valida per i problemi che affliggono la maggioranza delle persone.

La deprivazione o isolamento sensoriale potenziano la creatività, la memorizzazione, la concentrazione, l'apprendimento ed è efficace contro i disordini psicoemozionali. Molto efficace nel recupero post-traumatico e nel combattere la depressione.



Fonte: Web, blog.abano

domenica 10 novembre 2019

Il Tempo non esiste, è frutto dalla mente umana





Che cos’è il tempo? È reale o è soltanto un prodotto della nostra immaginazione? Esiste un inizio ed una fine del tempo? Perché il tempo scorre sempre in avanti? Perché ricordiamo il passato e non il futuro? Può il concetto di tempo fornire la base per la tanto agognata Teoria del Tutto?

Sant’Agostino, nelle Confessiones, afferma: “Allora che cosa è il tempo? Se nessuno me lo domanda, lo so. Se voglio spiegarlo a chi me lo domanda, non lo so più” e, più recentemente, il fisico Julian Barbour: “possiamo riconoscere e misurare il tempo ma non lo comprendiamo” ed è “significativo che c’è un così debole accordo su cosa esso sia realmente e su come cercare una soluzione a tale domanda”.

La scienza moderna ha sinora adottato, nei confronti del tempo, un approccio sostanzialmente “operazionale”, limitato cioè alla sua misurazione, relegando ad un livello secondario il problema della comprensione profonda del suo significato.

«Einstein si è accorto che in mezzo fra quello che chiamiamo “passato” e quello che chiamiamo “futuro” c’è qualcos’altro che prima nessuno aveva notato. Non c’è soltanto un effimero e istantaneo “presente”, c’è molto di più. Il motivo per cui questo “qualcos’altro” di solito non lo notiamo è che dura molto poco. Quanto dura questo “né passato né futuro” dipende dalla distanza. Per esempio se noi stiamo parlando nella stessa stanza, l’intervallo che non è né passato né futuro è di qualche nanosecondo, cioè pochissimo, e non lo notiamo. Se stiamo telefonandoci da NewYork dura un millisecondo, ancora troppo poco per notarlo, ma se io sono sulla terra e qualcun’altro è su Marte, allora il “né passato né futuro” dura un quarto d’ora, e questo sì che si nota.

Per questo non si può avere una conversazione semplice fra Marte e la Terra: perché anche se io provo a rispondere non appena sento la tua domanda, tu comunque avrai la mia risposta dopo 15 minuti. Quei quindici minuti non sono né nel mio passato né nel mio futuro. Sono nella “zona intermedia”. Ma le conseguenze sono importanti. Significa che non si può dire “in questo momento nell’universo le cose sono così e cosà”. Non esiste, in realtà un “questo momento”, nell’universo».

Secondo le conclusioni di illustri fisici, tra cui Rovelli – il tempo non é una dimensione fondamentale dell’universo e nemmeno indispensabile per studiarne le strutture. Ma ogni individuo percepisce il tempo: la sensazione del passato ricordato che ci causa gioia o dolore; la sensazione del futuro, di ciò che non sappiamo e che possiamo solo prevedere, sede delle nostre ambizioni e delle nostre preoccupazioni. Il tempo fisico, che pare non esistere così come lo immaginiamo, è nato dalla mente umana in cui risiede la sensazione di un continuo scorrere, che l’uomo ha voluto chiamare semplicemente “tempo”. La risoluzione del mistero del tempo come abitualmente lo intendiamo è dunque dentro di noi, lì nel luogo in cui è nato. La parte del nostro cervello in cui risiedono i ricordi, la memoria, ha creato dentro di noi la sensazione di lasciarci alle spalle qualcosa, il passato. Lo stesso si può dire del futuro: l’uomo è una macchina per prevedere eventi; la maggior parte dei nostri pensieri sono previsioni. Ogni cosa che facciamo, la compiamo perché abbiamo fatto delle previsioni e da qui nasce il concetto illusorio di futuro.

Se l’uomo non avesse la capacità di memorizzare, non avrebbe un “passato”, se l’uomo non avesse la capacità di prevedere, non avrebbe un “futuro”. Eppure è grazie al passato e al futuro degli sforzi della mente umana che l'universo si rivela; è nel tempo che il mistero del tempo squarcia il suo velo.




domenica 3 novembre 2019

La creazione e la manipolazione del denaro.

                 Genius Seculi - come vengono creati il Denaro e il Debito - Zeitgeist Addendum


 "Se non ci fosse debito nel nostro sistema monetario non potrebbe esserci moneta"
                                                                   (Marriner Eccles)

È di fondamentale importanza far emergere, nella mente umana l'idea della "Rivoluzione radicale". La crisi è una crisi delle coscienze. Una crisi che non può più far accettare le vecchie norme, i vecchi modelli le antiche tradizioni. E,considerando quello che il mondo è oggi con tutta la sua miseria i suoi conflitti, la sua sconcertante brutalità, aggressività e così via , l'uomo è ancora com'era in passato E' ancora brutale, aggressivo, avido competitivo. E ha costruito una società basandosi su queste idee.
Non si può creare nessuna unità di misura efficace del benessere per una società profondamente malata. (J,Krishnamurti)

 DENARO DAL NULLA


Oggi gli iniziati e gli uomini della Elite controllano la politica, le banche, gli affari, i servizi segreti, la polizia, gli eserciti, l'istruzione e i media di tutto il mondo. Forse il più importante di questi settori, in termini di controllo, è quello delle banche. La creazione e la manipolazione del denaro.
Si basa sulla creazione di denaro che non esiste e che viene prestato a persone ed aziende in cambio di interessi. Ciò crea un debito enorme per i governi, le aziende e la popolazione in generale, che sono così più facilmente controllabili. Essenziale in tutto questo è stato permettere ai banchieri di prestare denaro di cui non sono in possesso. Funziona così: se io o voi abbiamo un milione di sterline, possiamo prestare un milione di sterline. Semplicissimo.

Ma se una banca possiede un milione di sterline, può prestare dieci volte tanto e più, e gravare quei soldi di interesse. Se anche solo un numero esiguo di quelle persone che teoricamente hanno i "soldi" depositati nelle banche andassero oggi a ritirarli, le banche chiuderebbero i battenti in mezz'ora perché quei soldi non ce li hanno. Il denaro delle banche è un mito, un'altra truffa. Quando andate in banca a chiedere un prestito, la banca non stampa neanche una banconota nuova, né conia nuove monete. Si limita a digitare la somma del vostro prestito sul vostro conto corrente. Da quel momento in poi pagate alla banca interessi su ciò che non è altro che denaro digitato sullo schermo (denaro virtuale). Eppure, se non riuscite a rimborsare il prestito che non esiste, la banca può intervenire e, in tutta legalità, espropriarvi beni che invece esistono, come la casa, la macchina, la terra e tutto quello che possedete, per un valore pari a quello che compare sullo schermo. Inoltre, poiché il denaro non viene messo in circolazione dai governi, ma dalle banche private che concedono prestiti ai clienti, le banche controllano la quantità di denaro in circolazione.

Più prestiti decidono di elargire, più denaro viene messo in circolazione. Qual è la differenza tra un boom economico e una depressione economica? Solo una: l'ammontare del denaro in circolazione. Tutto qui. E, attraverso questo sistema, le banche private, controllate da quelle stesse persone, decidono quanti soldi saranno in circolazione. Così possono creare periodi di prosperità e di crisi a loro piacimento. Lo stesso succede con le borse, i cui agenti spostano miliardi di miliardi di dollari al giorno nell'ambito dei mercati finanziari e bancari, determinandone così l'ascesa o la caduta, lo sviluppo o il controllo. I crolli della borsa non accadono così per caso, accadono perché qualcuno li fa accadere.

La maggior parte del "denaro" in circolazione non è denaro materiale, banconote e monete. E' costituito da cifre che passano elettronicamente da un conto corrente su un computer ad un altro, attraverso bonifici bancari, carte di credito e libretti di assegni.

Più denaro, elettronico o di altra natura, è in circolazione, maggiori attività economiche possono svolgersi e, quindi, più prodotti vengono comprati e venduti, maggiore è il reddito di cui dispongono le persone, e maggiori sono i posti di lavoro disponibili. Ma la cricca finanziaria ha sempre cercato di creare dei boom elargendo molti prestiti e poi staccando la spina. Economisti e giornalisti economici strapagati, la maggior parte dei quali non ha idea di quello che sta accadendo, vi diranno che i boom economici e le crisi rientrano nel cosiddetto "ciclo economico". Balle! Si tratta invece di una manipolazione sistematica messa in piedi dalla Elite per appropriarsi della vera ricchezza del mondo. Durante un boom molte persone finiscono per indebitarsi ancora di più. Un'attività fiorente implica che le aziende chiedano ulteriori prestiti per comprare nuovi macchinari ed incrementare così la produzione. La gente chiede prestiti per comprarsi una casa più grande e una macchina nuova e più cara, perché ha fiducia nel suo futuro economico. Poi, nel momento più conveniente, i maggiori banchieri, coordinati dalla rete di società segrete, alzano i tassi di interesse per diminuire la richiesta di prestiti e iniziano a richiedere il pagamento dei prestiti già accesi.

Così facendo, i prestiti diminuiscono e ciò ha come conseguenza la sparizione dalla circolazione di unità monetarie (il denaro nelle sue varie forme). Questo fa diminuire la domanda e comporta anche una riduzione dell'occupazione perché non ci sono abbastanza soldi in circolazione per alimentare l'attività economica. Così le persone e le aziende non guadagnano abbastanza da rimborsare i loro prestiti e finiscono per fallire. A questo punto le banche si appropriano delle loro vere ricchezze, le loro aziende, la casa, la terra, la macchina, in cambio del mancato pagamento di un prestito che non è mai stato niente di più che delle cifre digitate su uno schermo.

Gli Stati Uniti per esempio, invece di crearsi del denaro proprio privo di interesse, i governi lo prendono in prestito dal cartello di banche private e rimborsano sia l'interesse che il capitale tassando la popolazione. Le somme fantastiche di denaro che pagate sotto forma di tasse vanno dritte alle banche private per rimborsare prestiti che i governi potrebbero crearsi da soli, emettendo denaro privo di interessi. Perché non lo fanno? Perché l'Elite controlla i governi tanto quanto le banche.

Ciò che chiamiamo "privatizzazione" è la svendita dei beni dello Stato al fine di impedire la bancarotta causata dal debito creato dalla banche. I paesi del Terzo Mondo stanno cedendo il controllo della loro terra e delle loro risorse ai banchieri internazionali poiché non sono in grado di rimborsare i grossi prestiti elargiti loro, di proposito, dalle banche proprio per intrappolarli in questa situazione.


Fonte: David Icke

giovedì 31 ottobre 2019

Nella mente dei robot



                                   Una macchina può pensare?



Dopo anni di discussioni, oggi anche i più scettici sono costretti a constatare la capacità di dialogo e di pensiero da parte dei robot.


Ma quelle emozioni e sensazioni forti che ognuno di noi ha immagazzinato nella propria mente, come la paura di calciare un rigore in una finale o ancora il primo bacio o il primo giorno di scuola alle elementari, quei ricordi che vengono evocati da un piatto tipico che ti preparava la mamma da piccolo facendoti riemergere momenti fantastici dell’infanzia, i robot possono provarli?


In un’intervista il fisico S.Fusi dichiara che «Anche nelle macchine si possono simulare le emozioni»
Sono un particolare aspetto del nostro stato mentale, e sono “speciali” perché più difficili da controllare. Se abbiamo paura è per sopravvivere, per questo i ricordi associati a esperienze traumatiche non sono così facili da sovrascrivere. Ma non c’è motivo per cui una macchina non possa provare emozioni, compresa la paura. Anche se forse robot di questo tipo riusciremo a costruirli tra vari decenni.

Le prime prove che portarono a propendere a favore della capacità di pensiero riguardavano i risultati della teoria della computazione: la prima era la tesi di Church secondo la quale ogni funzione che sia effettivamente calcolabile è ricorsivamente computabile, mentre il secondo è altrettanto importante ed è l’esperimento di Turing secondo il quale una funzione ricorsivamente computabile è calcolabile attraverso una macchina manipolatrice di simboli ben programmata. La storia delle macchine pensanti ebbe inizio nella seconda metà del Novecento.

L’esempio calzante che ognuno di noi ha presente è “SIRI”, l’assistente digitale sviluppato dalla Apple presente nei dispositivi iOs. É un software per il riconoscimento e l’iterazione vocale. È in grado non solo di rispondere alle nostre domande ma anche di elaborare sms, organizzare appuntamenti, fare chiamate vocali e di fare ricerche su internet. Un vero e proprio sistema di apprendimento automatico dotato addirittura di ironia.

L’umanità, ormai, si trova sulla soglia di un’era nella quale robot, bot, androidi e altre manifestazioni dell’intelligenza artificiale sembrano sul punto di lanciare una nuova rivoluzione industriale, suscettibile di toccare tutti gli strati sociali. La robotica e l’intelligenza artificiale promettono di portare benefici in termini di efficienza e di risparmio economico non solo in ambito manifatturiero e commerciale, ma anche in settori quali i trasporti, l’assistenza medica, l’educazione e l’agricoltura, consentendo di evitare di esporre esseri umani a rischi e condizioni pericolose, come nel caso della pulizia di siti contaminati da sostanze tossiche. Il problema della responsabilità in caso di danni provocati da robot o umanoidi può sembrare troppo avveniristico ma in realtà non è così perché già si stanno producendo prototipi che presto verranno avviati non solo nel mondo produttivo ma anche in quello sociale, si pensi ad esempio al recente prototipo di robot per l’amministrazione del condominio.




Fonte: https://magazine.liceoattiliobertolucci.org/

lunedì 30 settembre 2019

Porta Spazio Temporale Scoperta in Antartide




Il luogo fu scelto proprio perché vi si verificarono una serie di fenomeni alquanto anomali come l’episodio in cui alcuni scienziati stavano lavorando ad un progetto di climatologia allorquando ad un certo punto ed improvvisamente si videro apparire davanti agli occhi un insolito vortice avvolto da una inconsueta nebbia, che stazionava in quota rimanendo sempre fermo, senza mai muoversi, nonostante in quel momento ci fossero delle violente raffiche di vento che spostavano le nuvole velocemente. 

Anche se all’inizio gli studiosi pensarono si trattasse di una normale tempesta polare, l’osservazione della staticità del mulinello stesso, li spinse ad indagare più a fondo. Approntarono dunque un pallone meteo legato ad un argano, corredato da una radio sonda per il rilievo delle proprietà fisiche come ad esempio: temperatura, umidità relativa, pressione e velocità del vento. Il tutto completo anche di un cronometro scientifico per la registrazione dei tempi di lettura; il rilevatore sonda fu dunque poi lasciato risucchiare all’interno del vortice per un tempo necessario alle misurazioni del caso.

Gli studiosi rimasero esterrefatti quando dopo qualche minuto consultarono i risultati che aveva rilasciato il pallone sonda, infatti il cronometro segnava la data del 27 gennaio del 1965 e qualunque dato calcolato all’interno del vortice indicava dei valori assolutamente incompatibili con le normali caratteristiche di una tromba d’aria. In un primo momento pensarono si trattasse di un malfunzionamento momentaneo delle apparecchiature ma ripetendo più volte l’esperimento, questo dette sempre i medesimi risultati della prima prova. A questa vicenda fu presente il ricercatore statunitense Mariann McLein che conferma tutt’oggi quanto accadde ed aggiunge che l’intero episodi con i relativi risultati, fu riferito ai servizi segreti militari della Casa Bianca. 

Le prime indiscrezioni parlano appunto di una porta spazio-temporale, ossia si tratterebbe di un tunnel che permetterebbe spostamenti geometrici all’interno dello spazio con conseguente cambiamento temporale. Il vortice in questione permette dunque un viaggia in avanti o indietro nello spazio-tempo e quanto avvenuto in Antartide potrebbe trovare una spiegazione scientifica con la teoria del ‘Ponte di Einstein-Rosen’ in quanto, ai primi del ’900, i due famosi scienziati ipotizzarono una galleria gravitazionale o altrimenti detta wormhole che sarebbe nient’altro che una scorciatoia che permette di passare da un punto dell’universo ad un altro e che consente quindi di viaggiare fra i due punti molto più velocemente di quanto impiegherebbe la luce a percorrere la stessa distanza. 

Un telescopio per neutrini che sfrutta il ghiaccio Antartico e un pallone gigante sta rilevando inaspettatamente raggi cosmici ad energia ultra elevata. L'Antartic Impulsive Transient Antenna (ANITA) è un rilevatore di onde radio su un pallone gigante ad una altitudine di 38km. 

E' progettato per rilevare le onde radio prodotte quando i neutrini cosmici impattano sul ghiaccio. Bnechè ANITA debba ancora catturare questa firma, ha scoperto un altro tipo di particelle: raggi cosmici ad energia ultra elevata. Questi sono protoni e altri nuclei carichi che arrivano dallo spazio con energie misteriosamente alte. All'inizio, schemi inattesi di onde radio rilevati da ANITA sono stati ritenuti disturbi. Quindi Eric Grashom della Ohio State University di Columbus e colleghi, ha notato che alcune di queste onde radio avevano un simile schema nella loro distribuzione di frequenze.


http://sonoconte.over-blog.it/

sabato 28 settembre 2019

Sfatiamo i miti: Il Sistema Solare non è come pensiamo.


               Il Sistema Solare Non È Affatto Come Te Lo Immagini




La Terra è rotonda, Mercurio è il pianeta più caldo, e il Sole è giallo: sembrerebbe che questi siano fatti semplici ed innegabili, noti anche a chi non è esperto di astronomia.

La Luna ha davvero un lato oscuro?

Davvero la temperatura di Mercurio è maggiore di quella di altri pianeti?

Il Sole è solo una grande palla di fuoco?

Il Sole è davvero giallo? Chiunque si intenda un minimo di astronomia dirà che il Sole appartiene alla categoria di stelle conosciute come nane gialle. Beh, allora sarà sicuramente giallo, no? Sbagliato! Proprio come tutte le altre nane gialle, il Sole è completamente bianco. 

Allora perché gli umani lo vedono giallo? 

È tutto merito dell'atmosfera terrestre: come è noto, la luce che ha una grande lunghezza d'onda, nella parte gialla e rossa dello spettro, attraversa l'atmosfera meglio degli altri tipi di luce; la luce a lunghezze d'onda più corte, nella parte verde e viola dello spettro, che è quella che il Sole emette principalmente, viene invece dissipata in misura maggiore dall'atmosfera. 

Questo fenomeno fa sì che percepiamo il Sole come giallo. Se dovessi per qualche motivo andare oltre l'atmosfera, vedresti il Sole con il suo vero colore.

La Terra è più lontana dal Sole in inverno che in estate?

É il momento di riconsiderare le nostre idee.


mercoledì 25 settembre 2019

La trappola del "dobbiamo lavorare per mangiare" e come uscirne subito





Esiste un mito molto diffuso secondo il quale “lavorare di più ogni giorno aiuta a forgiare un futuro professionale migliore”. Si tratta, appunto, di un mito perché, anche se di certo avere lunghe giornate lavorative può aiutare a migliorare i propri introiti, con il tempo ciò serve solo a sviluppare fatica professionale e a rendere meno sul lavoro.

Alla domanda “chi sei?” la maggior parte delle persone risponde mettendo, al primo posto, la propria professione.

La maggior parte del nostro tempo lo passiamo lavorando: per molti lavoratori non c’è tempo per fare altro. Non facciamo più un lavoro, noi siamo un lavoro. Prendiamo parte alla vita solo con il nostro lavoro, e tutto quello che facciamo è collegato al nostro lavoro.

Pavese, con la sua raccolta di poesie “Lavorare stanca”, era stato piuttosto profetico. Da un recente studio pubblicato sull’American Journal of Epidemiology dai ricercatori dell’Institute of Occupational Health di Helsinki emerge chiaramente che trascorrere molte ore a lavoro produce effetti negativi sulle performance cognitive delle persone di mezza età.
Questa scoperta avviene anche quando le persone si rendono conto che, a causa del loro livello di esigenza, si sono persi momenti che non potranno mai più recuperare e ai quali, razionalmente, non avrebbero mai rinunciato.

Si svegliano un giorno e, appena aperti gli occhi, vengono invasi da una profonda tristezza, un dolore che, in fondo, i soldi o l’importanza sociale non guariscono facilmente.
Senza rendercene conto, diventiamo un pezzo dentro il meccanismo della produzione e stiamo scambiando la nostra salute e la nostra felicità per i soldi. Soldi che pensiamo di usare quando ormai non saremo più abbastanza giovani per farlo.

Lavorare per vivere non significa solo lavorare il minimo per garantirsi una vita dignitosa, ma anche saper vedere nel proprio lavoro un’occasione per costruire la propria vita.



https://puntofuturo.wordpress.com/

sabato 7 settembre 2019

 La scarsità o l’abbondanza di denaro possono entrambe portare a risultati anche tragici. Questo può essere evitato se decidi di alimentare costantemente la tua parte spirituale.




Psicologia del denaro e bisogni immateriali
È quello che Richard Easterlin (1974) definì il “paradosso della felicità”. Se è vero infatti che, entro certi limiti, la felicità e il benessere percepito dalle persone mostra una correlazione significativa con il livello socioeconomico, superata una certa soglia di “ricchezza” questa direzione sembra invertirsi seguendo una curva che inizia ed essere discendente.

Lo stesso paradosso sarebbe vero anche su scala globale: all’aumentare del PIL di in Paese non è detto che aumenti di pari passo anche il livello di felicità percepito dai suoi abitanti. Questo sia perché il PIL non tiene conto di beni che non sono economicamente “misurabili”, sia perché non tiene conto della distribuzione della ricchezza nelle varie fasce di popolazione.

I soldi insomma correlano col nostro benessere sicuramente per quelli che sono i nostri bisogni più elementari, quei bisogni di base che Maslow (1954) individuava nel soddisfacimento delle necessità fisiologiche (fame, sete ecc) e del bisogno di sicurezza.

Proseguendo nella piramide dei bisogni incontriamo però altre necessità progressivamente sempre più sganciate del piano materiale: il bisogno di appartenenza (rapporti di amicizia, affetti familiari, intimità affettiva e sessuale), il bisogno di stima (sentire di essere persone capaci e di valore) e i bisogno di autorealizzazione (poter realizzare creativamente sé stessi, esprimere la propria personalità in ciò che si fa).

Pensare che il soddisfacimento di questi bisogni si possa “comprare”, cioè ottenere tramite il denaro (ricordate i soldi come sostituto dell’affetto?), è fuorviante, illusorio e potenzialmente dannoso tanto per le proprie finanze quanto per il proprio benessere psicologico.

I soldi sono uno degli ingredienti…
Che fare dei soldi, allora? Servono per vivere bene o, come sostenevano i monaci medievali, rappresentano dei “corruttori” dell’anima? In effetti si possono riscontrare fra le persone due atteggiamenti solo apparentemente opposti riguardo al denaro: da un lato coloro che lo considerano una sorta di “divinità” (una soluzione magica appunto) e che dedicano la loro vita a inseguirlo (invertendo in tal modo i mezzi con i fini).

Dall’altro coloro che considerano i soldi qualcosa di “sporco”, un “male”, un mero “apparire” e li rifiutano rivendicando proprio una maggior autenticità di vita e di valori.

In entrambi i casi si tratta di atteggiamenti difensivi che denunciano una difficoltà a ricomporre una scissione fra materialità e immaterialità, fra apparire e essere, fra mezzi e fini…

Armstrong nel suo libro invita a riconsiderare i soldi né buoni né cattivi, né un male assoluto né una soluzione magica a tutti i problemi. I soldi possono piuttosto essere considerati come “uno degli ingredienti” utili/necessari ad una vita soddisfacente. Nessuna somma di denaro e nessun bene materiale potrà davvero aumentare la nostra autostima o rendere le nostre relazioni affettive più gratificanti.

Possiamo però utilizzare o procurarci con intelligenza i soldi di cui abbiamo bisogno assegnando loro un posto entro la più ampia “cassetta degli attrezzi” nel nostro progetto di vita.

Cos’è il denaro in fondo se non una riserva energetica pronta a trasformarsi in infinite possibilità? A noi sta non solo avere un’attività che ci consenta di tradurre i nostri sforzi in denaro, ma anche trasformare quel denaro – come scrive Armstrong – in beni ed esperienze duraturi e di valore.


http://www.crescita-personale.it/

lunedì 19 agosto 2019

Tutto è possibile (psico quantistica)

Che cosa ci fa entrare nel campo dei miracoli?  





Sono sempre più numerosi gli studiosi, non solo filosofi e psicologi ma anche scienziati, che sostengono che la realtà è una nostra creazione, e che la creazione della realtà avviene prima di tutto nell’interiorità dell’individuo, in uno stato di coscienza più profondo di quello di cui siamo ordinariamente consapevoli. 

Gli eventi esterni della nostra vita sono solo il riflesso dello stato interiore della nostra coscienza. Se vogliamo modificare gli eventi o crearne di nuovi dobbiamo quindi prima di tutto lavorare all’interno di noi stessi. Questa affermazione potrebbe sembrare arbitraria o addirittura “anti-scientifica”, ma in realtà non lo è. Gli studi più avanzati di fisica quantistica convergono infatti verso questa ipotesi, e sono stati fatti ormai molti esperimenti di laboratorio che supportano la tesi che la coscienza sia in grado di influenzare senza intermediari le altre coscienze e addirittura la materia.


Una volta accettato che è la nostra coscienza a creare la nostra realtà, per poterla creare in maniera attiva e consapevole è utile esaminare prima di tutto alcuni presupposti fondamentali del processo.


Tu vuoi cambiare la tua realtà, qualunque realtà si tratti…

L’esperienza è solo potenziale nel Sé universale. … Il futuro è solo potenziale. Non c’è un futuro pre-esistente a te, lo devi creare. Come, dove? Nella visualizzazione del lobo frontale, modellando nuove esperienze che spezzino il legame con il passato. Quando? Nel presente, nel qui e ora…

Il cambiamento avviene quando la coscienza secondaria e la coscienza universale sono Uno.… Per produrre l’effetto desiderato, la nuova realtà, l’azione – anche sotto forma di pensiero – deve possedere determinate caratteristiche come quella di mantenersi per un certo tempo nella mente, qualcuno dice nove secondi...

Intenzione e consapevolezza accompagnate dal silenzio delle distrazioni ambientali e dalla meditazione, sono in grado di provocare modifiche nel nostro sistema operativo. Ha detto il Buddha: “Tutto ciò che siamo nasce con i nostri pensieri. Con i nostri pensieri creiamo il mondo.”…
(Alberto Lori).


/www.scienzaeconoscenza.it/

venerdì 2 agosto 2019

Nel 2100 Il Mondo Sarà Irriconoscibile


Vivremo fino a 200 anni, sposteremo gli oggetti con il pensiero e non sbaglieremo fidanzato. Parola di Michio Kaku e di altri 300 grandi scienziati




Nel 2100 Il Mondo Sarà Irriconoscibile

Entro il 2030 avremo Internet letteralmente negli occhi, attraverso una lente a contatto, saliremo su auto che si guidano da sole e indosseremo vestiti che lanciano provvidenziali SOS. E sarà solo il primo assaggio di un «secolo rivoluzionario», assicura lo scienziato, 65 anni, americano di origine giapponese. Perché entro il 2100 saremo capaci di ben altre “magie”: leggere nel pensiero o spostare gli oggetti con la forza della mente (e qualche microscopico, potentissimo superconduttore).

Fra dieci anni i computer costeranno un centesimo. E saranno nei muri di casa, nei vestiti, nel nostro bagno. Piccolissimi chip, da attivare sbattendo le palpebre. Ed ecco che nei nostri occhi avremo mappe stradali, risposte agli esami scolastici».

L’amore in un chip?
«Ci iscriveremo ai servizi di dating e, camminando per strada, per ogni volto vedremo apparire una biografia che ci dirà chi è quell’uomo, che lavoro fa, che gusti ha. Sarà più facile, perfetto. Ci sbaglieremo meno».

Cose da “Star Trek”, “X-Men”, “Avatar”. Ma qui non c’entrano nulla né la fantasia né la fantascienza. «Si basa tutto su ricerche scientifiche e prototipi».

«La tecnologia e l’ingegneristica stanno evolvendosi velocemente, come mai in precedenza. Il mondo oggi è irriconoscibile rispetto a cento anni fa e non solo da un punto di vista estetico, ma anche nel modo in cui gli umani vi si rapportano. I progressi realizzati hanno modificato il modo in cui viviamo le nostre vite, comunichiamo e interagiamo».

Bellezza e eterna giovinezza, ne siamo ossessionati: c’è in cantiere qualche novità?
«Già ora possiamo far crescere nasi, orecchie, ossa, pelle e sostituirli. In futuro li cambieremo, quando sono malati, o vecchi».
Come in un negozio...

«Non moriremo più per un organo malato. La parola tumore sparirà dal vocabolario».
«Di più, si eviterà che si formi. Il nostro bagno, wc compreso, sarà disseminato di sensori in grado di tenerci controllati. E di trovare il tumore prima che si formi. Questo chip esiste già, sarà sul mercato fra massimo dieci anni. Con queste tecnologie, Steve Jobs non sarebbe morto».



venerdì 26 luglio 2019

Top 10 cose misteriose trovate congelate nel ghiaccio dell’Antartide




Il mondo segreto dell’Antartide: catene montuose e valli nelle profondità del Polo Sud

Grazie a un satellite dell’Agenzia Spaziale Europea, il PolarGAP, scienziati britannici dell’Università della Northumbria hanno svelato un paesaggio ‘segreto’ sotto ai ghiacci del Polo Sud. La sua morfologia potrebbe influenzare una delle principali minacce dei cambiamenti climatici, l’innalzamento del livello dei mari.

Nell'inospitale continente antartico sono state appena scoperte tre catene montuose e tre enormi vallate subglaciali, un paesaggio incontaminato e ‘segreto' che gioca un ruolo fondamentale nel veicolare i cambiamenti climatici. Sembra incredibile che con tutti i satelliti, le missioni aeree e altri strumenti di rivelazione scientifica, ancora oggi possano esistere porzioni della Terra sconosciute, ma per il gelido Antartide c'è una spiegazione abbastanza semplice. A causa dell'inclinazione del nostro Pianeta, infatti, nessun satellite era impostato con un'orbita tale da poter ‘sbirciare' al di sotto della calotta glaciale in un'area centrale del Polo Sud.

Questa lacuna è stata recentemente colmata dalla missione PolarGAP dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), i cui primi dati sono stati studiati ed elaborati da scienziati britannici dell'Università della Northumbria. Gli studiosi, coordinati dalla dottoressa Kate Winter, ricercatrice presso il Dipartimento di Geografia e Scienze Ambientali dell'ateneo di Newcastle, sono rimasti particolarmente colpiti dalle dimensioni di queste vallate nascoste dal ghiaccio.

Ma perché è importante aver scoperto queste vallate nascoste? La ragione risiede nel fatto che le catene montuose cui sono associate regolano il passaggio del ghiaccio dall'Antartide orientale a quello occidentale, fino al mare. Col costante aumento delle temperature e l'assottigliamento dei ghiacci, questi canaloni, aprendosi, potrebbero permettere un più facile deflusso del ghiaccio dall'entroterra alla costa, con un conseguente – e temutissimo – aumento del livello dei mari.

Studiando la morfologia di questo nuovo paesaggio, gli studiosi hanno dati aggiuntivi che possono aiutarci a capire in anticipo gli effetti catastrofici dei cambiamenti climatici, tra i quali l'innalzamento dei livello dei mari rappresenta una delle minacce maggiori. Non a caso si stima che entro la fine del secolo molte metropoli costiere potrebbero essere letteralmente sommerse. I dettagli della ricerca britannica sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Geophysical Research Letters.




https://scienze.fanpage.it

giovedì 18 luglio 2019

La Vita è Prigioniera dell’illusione




Come dunque è cresciuta questa strana follia del mondo che fa sì che l’uomo si ostini su ciò che non esiste, trascurando completamente ciò che è?” Asanga

Nell’esperienza ordinaria siamo abituati a distinguere tra un Soggetto ed un Oggetto: io guardo un albero e “stabilisco” che io sono il Soggetto e l’albero è l’Oggetto. Ad un attento esame è però facile notare che entrambi siamo parte di una rappresentazione mentale, al di fuori della quale è impossibile uscire.

All’interno di questa Rappresentazione, ci sono io e tutto ciò che io reputo essere “fuori” di me. L’Errore consiste nel mio identificarmi solo con un lato della Rappresentazione, quello che definisco col nome di “io”. L’Essere reale non è dunque l’io, ma il Testimone dell’intera Rappresentazione della quale l’io è solo una delle parti.

Dobbiamo dunque riconoscere che siamo precipitati in una realtà illusoria che crea la convinzione d' un io individuale e d' una realtà esterna all’io. Il Testimone è prigioniero di questa realtà illusoria la cui natura caotica è ordinata dalle categorie, altrettanto irreali, del Tempo e dello Spazio.
Gli oggetti non sono dunque che pensiero, ma laddove c’è un oggetto, sorge necessariamente il soggetto e l’illusione della dualità. Pensante, pensato e pensiero sono solo tre aspetti di un’unica realtà.

Quindi l’io empirico, per dirla in termini buddhistici, è vittima dell’Ignoranza metafisica (Avidya) per cui non riconosce che tutto è pensiero, un pensiero senza soggetto ed oggetto. Buddha asseriva che era una inutile perdita di tempo indagare sulla natura metafisica di queste considerazioni, ma che bisognava dirigere tutto il proprio sforzo a liberarsi da questa condizione: se un guerriero è gravemente ferito con una freccia conficcata nel corpo, non si mette a chiedere chi ha scoccato la freccia, chi era suo padre, chi era sua madre, se fosse ricco o povero etc.etc… ma ogni suo sforzo deve essere concentrato ad estrarre la freccia.

Il primo passo per liberarsi da questa condizione consiste nella reale acquisizione della consapevolezza che tutto è mentale, che non vi è nulla di esterno alla mente. Il punto più difficile da superare è la convinzione che esistano molti “io” che hanno la medesima rappresentazione, cioè molti e diversi esseri senzienti.
In realtà, come dice Fichte, nel momento dell’Errore in cui l’Io pone se stesso, nasce immediatamente il Non-Io e l’Io, limitato dal Non-Io, si frammenta nella molteplicità degli esseri senzienti.

Il cammino verso la Liberazione non ci sarà dunque indicato da nessuna Religione, ma è una Scienza, una Scienza molto antica e reale, in quanto, nella storia dell’Umanità, alcuni uomini lo hanno percorso per intero ed hanno raggiunto il traguardo.



http://decamentelibera.blogspot.com

sabato 13 luglio 2019

Ma davvero per ottenere qualcosa basta desiderarlo fortemente?

                               Mente e Coscienza (psico quantistica)




Quando vi focalizzate sulle cose che non volete, create i presupposti affinchè quelle cose continuino ad accadere". (Lisa Nichols)

Ma davvero per ottenere qualcosa basta desiderarlo fortemente? Allora perché ci sono sogni che non riesci a vedere realizzati? Non dovrebbero potersi manifestare tutti, senza eccezione?
Forse stiamo trascurando alcuni importanti aspetti del funzionamento di questa regola universale.

Se ti è già capitato di usare le affermazioni potenzianti ti sarai reso conto, dopo un certo tempo, che ciò che speravi di ottenere non è ancora arrivato, o s è manifestato soltanto in parte. Cosa dunque è andato storto?
La risposta è semplice: non puoi cambiare la tua realtà usando la semplice volontà razionale. Il pensiero consapevole di quello che desideri, il semplice immaginarlo non sono sufficienti ad ottenerlo. Questo, almeno, finché il tuo pensiero non è in linea con le tue credenze profonde e i tuoi stati d’animo.

E’ tutta questione di vibrazione
Siamo fatti di pura energia, e quello che vediamo intorno a noi è solo quello che vibra alla nostra stessa frequenza. Il muro della mia stanza, questo computer, e tutte le persone che vivono nella mia città vibrano esattamente ad una frequenza compatibile con la mia, e allora è per questo che posso interagire con loro. Tutto il resto vibra a frequenze del tutto diverse, e quindi anche se esistono, non ne posso fare esperienza.

Se tutto esiste nel qui e ora, ne consegue che questo non vale solo per il passato, ma anche per il futuro. In realtà non ha senso parlare di passato e futuro in un Universo in cui il tempo è solo un’illusione. Questo significa che anche gli avvenimenti futuri esistono nel qui e ora.
Ma non significa che il nostro destino sia predeterminato, perché il futuro è composto dal potenziale di tutti i futuri possibili, che esistono tutti nel qui e ora.

Quale futuro vivremo allora? E’ tutta questione di vibrazione. Vivremo quindi il futuro che corrisponde alla nostra vibrazione.
Quel futuro che desiderate è già là. E’ sempre stato là, e voi non dovete fare altro che permettere a quel futuro di raggiungervi.

Non esiste sogno o desiderio troppo grande da non poter essere realizzato. Tuttavia, ciascuno di noi nel corso della propria esperienza di vita ha dei sogni che ancora non è riuscito a realizzare. Non sono sogni al di fuori della nostra portata. Piuttosto siamo noi che, seppur inconsapevolmente, stiamo ostacolandone la realizzazione. Come? Attraverso paure inconsce, stati d’animo in eterna contrapposizione con ciò che desideriamo, un attaccamento ossessivo e la convinzione che tutto si realizzerà solo quando avremo eliminato i nostri attuali problemi. In realtà questo atteggiamento ci pone in una condizione di lotta continua, dove tutto viene visto come un ostacolo e noi rimaniamo bloccati sempre nello stesso punto, impegnati come siamo a disperdere tutte le nostre energie nel nuotare controcorrente.

Il vero segreto è praticare il distacco emotivo: desiderare fortemente qualcosa e successivamente avere il coraggio di lasciarlo andare affidandosi all’intelligenza universale. Solo annullando le proprie resistenze interiori e seguendo il naturale flusso della vita, ciò che davvero desideriamo nel nostro intimo potrà arrivare a noi in modo facile e spontaneo.



https://www.campoquantico.it